93° Rallye Monte-Carlo: sventola il tricolore, ma è quello francese e non quello italiano (prima parte)

Nel terzo millennio i colori italiani sono stati poco vincenti nella gara monegasca non riuscendo a ripetere le gesta di piloti mitici quali Munari, Biasion e Liatti. Sport News Immagini offre una carrellata delle prestazioni dei nostri, fra i quali si sono messi in particolare evidenza i giovanissimi Roberto Daprà e Matteo Fontana. Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano / Sport News Immagini (in apertura la Škoda Fabia Rally2 di Roberto Daprà, migliore degli italiani)

 

MONTE CARLO (Principato di Monaco), 27 gennaio – Bei tempi quelli in cui a sventolare sul pennone più alto del podio davanti al Casinò monegasco era il tricolore verde, bianco, rosso. Ora c’è quello blu, bianco rosso, quello francese, e questo ci fa ancora più rabbia.

 

La gara monegasca (nata nel 1911) ha sorriso parecchie volte ai colori italiani, a cominciare dal 1928 quando a vincere fu la Fiat 509 nelle mani del francese Jacques Bignan. Il primo concorrente a salire sul gradino più alto del podio fu Ciro Basadonna nel 1954, su una Lancia Aurelia B20, sedendo a fianco (sul sedile di sinistra perché le Lancia dell’epoca avevano guida a destra) del campione monegasco Louis Chiron. Per avere un pilota italiano sul gradino più alto del podio bisogna attendere il 1972, quando il mitico Sandro Munari conquista la sua prima vittoria con a fianco Mario Mannucci con la Lancia Fulvia HF #14, una vettura entrata nella mitologia dei rally. Munari si ripete altre tre volte con la Stratos: 1975 affiancato da Mannucci e 1976/1977, con Silvio Maiga. Passano dieci e tocca a Miki Biasion-Tiziano Siviero conquistare il Monte-Carlo (1987) con la Lancia Delta HF, bissando il successo nel 1989. Si arriva al 1997 e sono Piero Liatti-Fabrizia Pons che conquistano il Monte-Carlo con la Subaru Impreza che inaugura l’era delle WRC.

 

Poi più nulla, o poco più. Abbiamo solo le vittorie ottenute nel WRC Master 2022 e 2024 con Mauro Miele e Luca Beltrame; nel 2019 Enrico Brazzoli si impose nella R-GT Cup, dopo aver vinto il WRC3 nel 2018 e Manuel Villa nel IRC 2WD nel 2009.

 

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Italiani, largo ai giovani. Il miglior pilota italiano al 93° Rallye Monte-Carlo è stato Roberto Daprà con Luca Guglielminetti, che ha concluso 14° assoluto e settimo di Classe Rally2 con la Škoda Fabia curata dalla Delta Racing risultando il più veloce dei nostri in tutte le prove speciali, e costantemente fra i migliori venti della classifica assoluta e dei dieci di categoria; risultato non male per un pilota di appena 23 anni alla sua terza esperienza monegasca.  Il secondo tricolore (verde, bianco e rosso) è sventolato per il 21enne Matteo Fontana, con il coetaneo Alessandro Arnaboldi e la Ford Fiesta Rally3 di famiglia con la quale conquistano la 25esima posizione assoluta e lottano per il successo della classe Rally3 nella quale terminano secondi prendendosi la soddisfazione di vincere anche la speciale di La Batie del Fontes-Aspremont di sabato mattina. Una gara che evidentemente sorride al comasco, per la terza volta al via, visto che lo scorso anno vinse la Classe Rally4.

 

Una medaglia d’oro al Monte-Carlo ce la regalano Matteo Chiarani (35° assoluto), affiancato dal senatore dei rally Flavio Zanella con la Škoda Fabia di SMD che conquistano il successo nella Master Cup, categoria di cui hanno mantenuto il primato dal primo all’ultimo metro, vincendo nove delle sedici prove speciali disputate, fra le quali anche il mitico passaggio sul Turini di domenica all’ora di pranzo. Alle sue spalle, con una prestazione da incorniciare, si piazzano Marco Oldani e Pietro D’Agostino che, oltre a essere 37esimi assoluti con la Peugeot 208 Rally4 della Dream One, concludendo secondi di categoria RC dopo essere rimasti costantemente sul podio per tutta la gara, vincendo anche la prova di Aucelon-Recoubeau Jansac di sabato pomeriggio. Oldani apre una terzina di italiani che hanno concluso in fila precedendo Flavio Brega-Marco Zegna, 38esimi assoluti con la Škoda Fabia di MM Motorsport, alla prima esperienza del pilota pavese al Monte-Carlo. Brega ha bruciato sul filo di lana per appena 8”3, proprio nell’ultima prova del Turini (grazie a una grande prestazione), Enrico Brazzoli-Martina Musiari sulla Škoda di PA Racing, con il saluzzese in precarie condizioni fisiche per una frattura al polso che lo ha costretto a stringere i denti per tutta la gara con il miraggio di vedere il palco arrivi a Monte-Carlo. Miraggio diventato realtà domenica pomeriggio.