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Giovanni Trentin tra il Terra e il WRC con ACI Team Italia: “sarà un bel salto, ma zero pressioni”

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BISORI PUNTA ALL’ITALIANO JUNIOR MX CON JTEAM

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MILLIONAIRE RACING TEAM 2025: PASSIONE, IMPEGNO E NUOVE SFIDE

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Ott Tänak (EST) and Martin Järveoja (EST) of team HYUNDAI SHELL MOBIS WORLD RALLY TEAM perform during World Rally Championship Sardinia in Alghero, Italy on May 31, 2024 // Jaanus Ree / Red Bull Content Pool // SI202405311675 // Usage for editorial use only //

Rally Italia Sardegna: pronta la 22ma edizione

Michelin la spunta nel duello con Pirelli

Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano / Sport News Immagini (in apertura l’Alpine Renault di Astier-Giraudet vincitrice della Classe R-GT, miglior equipaggio Michelin) Ai tradizionali contendenti nelle gare rallistiche, ovvero Michelin (2017-2020) e Pirelli (2021-2024), che negli ultimi due quadrienni hanno fornito la monogomma alle vetture del mondiale rally non sono rimate che le briciole. Ovviamente la parte del leone l’ha fatta Michelin per una ragione principalmente geografica, visto che si è gareggiato su strade francesi con una stragrande maggioranza di equipaggi francesi. La Casa di Clermont Ferrand ha equipaggiato dodici delle quindici non iscritte al mondiale conquistando la miglior posizione extra Hankook con Raphael Astier-Denis Giraudet, due nomi che hanno lasciato il segno nelle competizioni anche iridate, che hanno chiuso 17esimi assoluti e primi di Classe R-GT, categoria che ha visto al via tre Alpine Renault A110 Rally, tutte felicemente al traguardo. Come sono giunti tutti al traguardo anche tutti gli altri equipaggi equipaggiati Michelin, che si sono imposti in RC4 con la giovane promessa figlio d’arte francese Eliott Delecour con Romain Roche su Opel Corsa Rally4 davanti agli italiani gommati Pirelli Marco Oldani-Pietro D’Agostino. La classe RC5 è stata monopolizzata dalle velocissime Renault New Clio e dalle gomme Michelin, scelte da tutti i sei concorrenti, sui quali hanno svettato i francesi Julien Saunier-Frédéric Vauclare. Alla Pirelli non sono rimaste che le briciole con appena tre vetture al via nelle mani di gentlemen driver, tutti iscritti in Classe Rally4, tutti su Peugeot 208 Rally4. Alle fine i migliori classificati del gommista milanese sono stati Oldani-D’Agostino, 37esimi assoluti, che hanno preceduto nella sfida interna Pirelli i due equipaggi misti monegaschi-liguri formati da Jean-Paul Palmero-Mattia Pastorino e Marc Dessì Serena Giuliano. Un risultato che non è certo una debacle per Pirelli. Se si fosse corso in Italia, con un maggior numero di piloti italiani, le cose sarebbero sicuramente andate in modo diverso.  

Montecarlo Historique 2025 Freddo e neve spaventano nessuno

Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano / Sport News Immagini (in apertura la Austin Cooper di Schön-Giammarino, attrezzata con le gomme invernali sulla bagagliera) Il clima gelido tipico dei giorni della merla di gennaio e il dover superare monti come il Colle del Sestriere ha convinto tutti a equipaggiare le auto con pneumatici invernali, i più con vetture di assistenza al seguito pronti a montare chiodati e catene mente i più avventurosi hanno ospitato una bagagliera sopra il tetto con due chiodati. Proprio come negli anni d’oro. Dopo il Controllo Timbro carmagnolese i concorrenti hanno raggiunto Pinerolo, sono saliti al Colle del Sestriere innevato per proseguire la Tappa di Concentrazione con un riordino a Gap alle 1.08 di venerdì mattina e finire la prima giornata di gara a Valence alle 14.23 dopo aver percorso 420 chilometri. Carmagnola ha dimostrato la sua ospitalità offendo a tutti i partecipanti un sacchetto di conforto contente una bottiglia di dolcetto d’Alba offerto dall’enoteca carmagnolese C’è Vino e Vino, un pacco di biscotti del Roero donati dal Biscottificio del Roero di Vezza d’Alba e un volume dedicato al “Peperone di Carmagnola”. “Questo è un bel modo di far conoscere Carmagnola a chi proviene da molto lontano e magari, vedendone anche solo uno scorcio di sfuggita, si interessa alla nostra città, ripromettendosi di tornarci in futuro” ha sottolineato il Sindaco Gaveglio. Il Controllo Timbro di Carmagnola del 27° Monte-Carlo Historique è stato preparato e coordinato dallo Sport Rally Team di Carmagnola con la collaborazione del Comune di Carmagnola, di ACI Torino, Ascom, Pro Loco Carmagnola e della concessionaria Car On line.

Hankook detta legge a Montecarlo in un regime di monogomma

Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano / Sport News Immagini (in apertura la Citroën C3 di Rossel-Dunand vincitrice delle Classe Rally2) Mentre il mercato mondiale degli pneumatici si è fatto sempre più incandescente, con l’ingresso di nuovi colossi provenienti dai Paesi asiatici, nelle competizioni, soprattutto ai massimi livelli, da qualche decennio la federazione ha imposto il regime di monogomma, per contenere i costi e (anche) fare in modo che le prestazioni non arrivino a livelli tali da rendere pericolose le auto in gara. Da quest’anno il fornitore unico di pneumatici nel mondiale è Hankook Tire, casa coreana fondata nel 1941 con variegate esperienze nel motorsport a partire dal 2007. Per regolamento gli iscritti alle categorie WRC1, WRC2 e WRC3 hanno l’obbligo di calzare i penumatici coreani e al Monte-Carlo 2025 54 dei 69 equipaggi scattati dalla pedana di Monte-Carlo erano calzati Hankook. Ovvio che anche la classifica assoluta della gara monegasca risenta di questa situazione al punto che 47 dei 62 equipaggi che hanno festeggiato domenica davanti al Casinò monegasco fossero gommati Hankook. Non solo ma i primi sedici classificati avevano le gomme coreane che hanno fatto loro, come dovuto dal regolamento, la categoria WRC1 con Ogier-Landis, WRC2 con Rossel-Dunand e WRC3 con Pelamourgues-Pouget. Nelle altre categorie nessun equipaggio si è schierato al via con pneumatici Hankook.      

Montecarlo Historique 2025: cinquantatré equipaggi, quindici marche, tredici nazioni sotto l’ala

Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano / Sport News Immagini (in apertura la Lancia Stratos di Wright-Traverso) Fra i numerosi equipaggi, prevenienti da tredici nazioni (compresa Argentina, Grecia, Finlandia, Polonia, solo per citare le nazioni più lontane) anche Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobil Club Italia, che aveva il numero 1 sulle portiere della sua 124 Abarth Rally del 1975 e il campione italiano (1974) ed europeo (1975) rally Maurizio Verini, vincitore di una quindicina di rally tricolori e continentali rally, oltre ai saluzzesi Enrico e Carlo Merenda che puntano a un risultato di prestigio nella gara monegasca con la loro A112 Abarth. Spettacolari le vetture presenti, dalle regine dei rally, quali Lancia Stratos e Fulvia HF (marca che ha rappresentato la maggioranza di vetture presenti con ben 11 esemplari), Fiat 124 Abarth e 131 Abarth, 128 Rally, Audi quattro, Alpine A110, A112 Abarth e Porsche 911 (anche queste in bella evidenza con sette esemplari, oltre a una Porsche 924 e una 356); Alfa Romeo GT, una Citroën DS, vettura che ha dignità al Monte-Carlo, avendolo vinto ben due volte nel 1959 con Paul Coltelloni e nel 1966 con Pauli Toivonen, una Austin Mini Cooper nelle mani di Giorgio Schön, con la quale corse il Monte-Carlo del 1966, Ford Escort Mexico del 1974.  E vetture che hanno fatto la storia della motorizzazione degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, quali una DAF 66 Marathon del 1976 (l’auto olandese qualche rally lo ha disputato) nelle mani di Maurizio Vellano e Giorgio Molina, o l’Austin A40 prodotta su licenza nel 1964 dall’italiana Innocenti. Le vetture spaziavano, temporalmente, dalla Porsche 356 dei finlandesi Ville e Jukka Silvasti del 1960 e la coeva Triumph TR3 dei polacchi Kowalik-Ballicki fino alla Porsche 924 del 1982 dei francesi Levieux-D’Abrigeon. A fare da contorno alle vetture da rally in gara erano presenti una quindicina di “pezzi” storici rari portati dai soci del Gruppo Auto Moto Storiche di Carmagnola, guidati da Uccio Giraudi e Ivano Rossi.      

93° Rallye Monte-Carlo: sfida impari fra gommisti

Sport News immagini analizza la situazione gomme nella recente gara monegasca, dove il regime di monogomma, imposto dalla Federazione, ha fatto prevalere le coreane Hankook  Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano / Sport News Immagini (in apertura la Toyota GR Yaris Rally1 di Ogier-Landis) MONTE CARLO (Principato di Monaco), 2 febbraio – A una settimana dalla conclusione della 93esima edizione del Rallye Monte-Carlo ci sono ancora parecchi spunti di riflessione. Uno fra i più interessanti è la mancata sfida fra costruttori di pneumatici. Un tempo il confronto fra i vari “gommisti” era uno dei motivi propulsivi del miglioramento delle performance delle gomme, oltre che motivo di orgoglio commerciale che si trasformava in fette di mercato sempre migliori. La gomma per veicoli (è troppo presto per chiamarlo pneumatico) nasce addirittura prima dell’automobile essendo stata inventata e brevettata nel 1845 dallo scozzese Robert William Thompson per essere usata sulle ruote delle carrozze; l’invenzione di Thompson venne seguita dieci anni dalla scoperta del procedimento della vulcanizzazione della gomma (come materiale) avvenuta per opera dell’inglese Charles Goodyear che permetteva di ottenere un prodotto resistente alle variazioni di temperature. Il perfezionamento dello pneumatico avvenne ad opera del veterinario scozzese John Boyd Dunlop  che, nel 1888, spinto dalle insistenze del figlio piccolo che si lamentava che le gomme rendevano troppo pesante il suo triciclo le riempì di aria (fino ad allora le ruote erano piene), inventando lo pneumatico ovvero la gomma moderna. La storia delle gomme, e ora le possiamo chiamare pneumatici, ha subito ancora grandi evoluzioni (e numerosi colpi di scena con brevetti concessi e annullati che ne fanno un thriller), ma possiamo dire che da quel momento in avanti si è trattato solo di affinamenti, anche se molto importanti. Abbiamo già incontrato due nomi fondamentali nel mondo delle gomme per vetture, ovvero Goodyear e Dunlop, ai quali dobbiamo aggiungere la francese Michelin (i fratelli André ed Eduard Michelin inventarono gli pneumatici smontabili, fondamentali per ridurre i tempi di riparazione) e l’italiana Pirelli, ovvero le marche che avrebbero dettato legge nel XX Secolo, sia sui mercati sia nelle corse.

Carmagnola esalta il passaggio del Montecarlo Historique 2025 sotto la Tettoia di Piazza Martiri

La storica gara di regolarità monegasca scatta da Torino e transita per la città del peperone che la accoglie con entusiasmo. Cinquantatré equipaggi al via con vetture da sogno fra le quali Lancia Stratos. Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano / Sport News Immagini (in apertura la Porsche 356 del 1960 di Silvasti-Silvasti, la vettura più datata della manifestazione) Giovedì sera, 30 gennaio, Carmagnola è stata letteralmente “invasa” dalle auto storiche che partecipavano alla 27esima edizione del Rallye Monte-Carlo Historique e dagli appassionati di storiche e di rally. “Ci è molto difficile quantificare quante persone abbiano assistito al momento carmagnolese della gara” afferma Pierluigi Capello che guida lo Sport Rally Team, l’associazione sportiva che ha organizzato l’appuntamento in città, “ma fra quelle presenti sotto la tettoia (oltre cinquecento) e quelle lunghe le strade carmagnolesi abbiamo ampiamente superato il migliaio di presenze”. Ad accogliere i 53 concorrenti, partiti da Piazza Castello a Torino che, poco prima delle 20.00 di sera hanno “timbrato” il passaggio sotto l’Ala di Piazza Martiri a Carmagnola sono stati il Sindaco Ivana Gaveglio, l’assessore alle manifestazioni Domenico Lamura, mentre a illustrare personaggi e vetture è stata la consigliera comunale Margherita Toschino, per una sera prestata ai microfoni degli appassionati di auto storiche.

Luciano Cobbe mette la sua firma a Saint-Rhemy-en-Bosses

Luciano Cobbe in azione (foto Caldani) Il pilota trentino vince per la discriminante il quarto round di ICE Challenge – Campionato Italiano Velocità sul Ghiaccio e si rilancia nella lotta al campionato al termine di un weekend a dir poco rocambolesco. Secondo posto per Chiavenuto, terzo per Silvestri che vince tra i kart-cross. Picconi ipoteca le due ruote motrici. Saint-Rhemy-en-Bosses, 2 febbraio 2025 – L’esordio assoluto di ICE Challenge – Campionato Velocità su Ghiaccio sul tracciato di La Rosière a Saint-Rhemy en Bosses (Aosta) ha visto il successo di Luciano Cobbe sulla Ford Focus WRC ex Mikko Hirvonen, con la direzione gara che è dovuta ricorrere alla discriminante per assegnare il successo. La serie organizzata da BMG Motor Events in collaborazione con la Commissione Off-Road e Cross Country Rally ACI Sport ha vissuto un altro weekend ricco di emozione sul tracciato preparato con cura dai fratelli Bosonetto, nonostante le temperature dell’ultima settimana siano state tutt’altro che invernali. Il pilota trentino, uno dei più costanti fino ad ora quest’anno, ha saputo concretizzare un risultato di grande spessore sfruttando la preparazione della sua vettura che, nata per i rally, ha trovato terreno fertile sul tracciato di Crèvacol risultato molto tecnico e particolarmente sconnesso. Cobbe, secondo nella prima e terzo nella seconda manche, ha vinto la terza ed ha chiuso a parimerito con Andrea Chiavenuo sulla Peugeot 306 Andros. Ad assegnare il successo è stata quindi la discriminante, con Cobbe che autore di un 4:20.115 è risultato avere il tempo di manche migliore tra i due contendenti. Chiavenuto si è consolato con la vittoria nel Master King, seconda consecutiva dopo quella di Livigno, davanti a Yannik Bohè con la BMW Z3 Andros 2 Liters e al rientrante Roberto Novara, su Lancia Delta, che ha dedicato la livrea alla memoria di Adriano Priotti, tra la commozione generale di tutto il paddock. Terzo posto assoluto per Raffaele Silvestri sulla KIA Rio RX preparata da Gigi Galli. Silvestri ha gestito la sua gara con attenzione dopo che, già nel corso delle qualifiche, il diretto avversario di campionato, Aldo Pistono sull’Opel Astra ex Snobeck, ha alzato bandiera bianca per una rottura meccanica al cambio. I due erano a pari punteggio in testa alla serie prima del round aostano, e questo zero potrebbe risultare pesante nella rincorsa di Pistono al primo successo assoluto in campionato. Silvestri era subito andato davanti dopo la prima manche, Chiavenuto gli ha risposto nella seconda e nella terza lo stallonamento della posteriore destra lo ha visto chiudere molto indietro, salvando comunque la terza piazza assoluta: punti importanti nella sua rincorsa al titolo. Tra i contendenti diretti, out anche Sergio Durante con la Fiat Giannini 350 GP4 che aveva buone chance ma si è fermato dopo la seconda manche per problemi al cambio. Il quarto posto assoluto, primo di Classe 5, è così andato ad Erik Lindeblad, con la BMW Z3 Andros 2 Liters davanti al figlio Yannik Bohè, con la stessa vettura. Sesto posto per Igor Memeo, all’esordio con la Citroen DS3 N5, con la quale ha conquistato la Classe 2. Franco Picconi, con la piccola Citroen C2, ha sbancato ancora una volta la classifica di Classe 1 e delle due ruote motrici. Questa volta il compito era più facile delle precedenti uscite, in quanto ha gareggiato in solitaria e aveva il solo scopo di raggiungere il traguardo. Con questo poker l’affermazione tricolore è ormai una pura formalità. Hanno sorriso anche l’esordiente Federico Delrosso che su Skoda Fabia Rally2 Evo ha conquistato la Classe 3, e il solito Pier Giacomo Riva, primo in Classe 4 con la Fiat Panda 4X4. Claudio Esposto, in questa occasione con il potente Can-Am X3 1000 T, ha conquistato la Classe 10 riservata agli SSV, precedendo l’esordiente Edoardo Secco e il padre Alberto, arrivati nell’ordine su Polaris RS1. Rubes Cassinelli su Hosek Lancia Biturbo ha vinto la Classe 8 mentre Raffaele Silvestri, sul Planet Kart Cross K3 ha vinto in Classe 9 assicurandosi anche il successo tra le monoposto che, di fatto, ipoteca anche il suo secondo titolo tricolore in questa categoria, ICE Challenge – Campionato Italiano Velocità su Ghiaccio, dovrebbe chiudersi il prossimo weekend con il Round 5 in programma a Pragelato, quale tributo alla memoria di Adriano Priotti. BMG Motor Events sta lavorando sodo per concretizzare questo glorioso epilogo e nelle prossime ore si avranno tutti i dettagli relativi a questa operaz)   Calendario ICE Challenge 2024 (Rivisto)21-22 dicembre – Pragelato (ITA)11-12 gennaio – Livigno (ITA)1-2 febbraio – Saint Rhemy en Bosses (ITA)8-9 febbraio – Pragelato Ufficio StampaMatteo Bellamolipress@icechallenge.it – +39 3491505088

93° Rallye Monte-Carlo: sventola il tricolore, ma è quello francese e non quello italiano (seconda parte)

Sport News immagini analizza la gara degli altri sei equipaggi italiani che hanno occupato la seconda metà della classifica. Unico ritirato Alessandro Roveta; buona prestazione di Emanuele Fiore, mentre Somaschini e Marchino superano le disavventure ripartendo con il SuperRally. Gara lineare per i piloti monegaschi Palmero e Dessi che ospitano in vettura due navigatori liguri Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano / Sport News Immagini (in apertura la Škoda Fabia Rally2 di Alessandro Roveta-Pietro Elia Ometto, unico equipaggio italiano ritirato)     MONTE CARLO (Principato di Monaco), 28 gennaio – Se i piloti italiani sono riusciti a inserirsi a fatica ai vertici della classifica assoluta, anche se alcuni, tutto sommato, hanno fatto bene nelle loro categorie, altri hanno conquistato posizioni di rincalzo o sono incappati in quegli scherzi della sorte, che sono così comuni in una gara che, come cartolina, propone il Casinò.   Sicuramente i due più sfortunati sono stati l’alessandrino Alessandro Roveta, affiancato dal monregalese Nicolò Gonella e Filippo Marchino con il navigatore campione d’Italia Pietro Elia Ometto. Fra i due peggio è andata a Roveta-Gonella, che disponevano della Škoda Fabia di PA Racing che dopo un buon tempo sulla Digne Les Bains di apertura del giovedì notte, nella successiva Faucon du Caire-Brezier sono usciti di strada. I meccanici di PA Racing hanno recuperato la vettura e sono riusciti a metterla in condizioni di ripartire con il SuperRally, ma Roveta ha preferito abbandonare.   Sorte diversa per Marchino-Ometto che hanno iniziano di buon passo e con soddisfazione al punto che dopo la prima prova il pilota commentava: “Non c‘è nulla di meglio che un rally invernale fra i monti corso di notte”. L’opinione dell’equipaggio della Škoda Fabia curata da Motor Team, rimane sostanzialmente quella fino alla prima speciale di sabato mattina, La Motte Chalancon-Saint Nazaire, quando scoppia un principio di incendio in vettura, costringendo l’equipaggio, che non ha subito danni, a fermarsi. Anche in questo caso i meccanici riescono a recuperare la vettura e rimetterla in sesto e Marchino-Ometto possono affrontare l’ultima giornata di gara, perché il podio davanti al Casino vale un’ultima fatica. Alla fine sono 59esimi assoluti, prendendosi la soddisfazione di un gran tempo sul Turini: 36esimi assoluti.   Comunque i colori italiani si sono difesi bene. Su dodici equipaggi al via (compresi i due monegaschi con navigatori liguri), undici hanno visto il traguardo. Il sesto equipaggio verde rosso bianco a salire la pedana di Monte-Carlo risponde ai nomi di Emanuele Fiore-Andrea Casalini che con la Peugeot 208 Rally4 di Sportec chiude 47° assoluto e terzo di categoria impostando la propria gara sulla regolarità assoluta. È ottavo dei nostri, dietro Brazzoli, l’equipaggio formato da Rachele Somaschini e Nicola Arena che stavano portando la loro Citroën C3 di PHP in discreta posizione della classifica assoluta, quando sulla Aucelon-Recoumbeau, seconda speciale di sabato mattina, escono di strada aprendo una ruota. Anche in questo caso i meccanici fanno ottimamente il loro lavoro, consentendo a Somaschini-Arena di affrontare la tappa di domenica chiudendo 57esimi assoluti, due posizioni avanti a Marchino.   Chiudono la striscia dei concorrenti italiani al rally monegasco i navigatori liguri Mattia Pastorino e Serena Giuliano che dettano le note ai due piloti gentleman monegaschi Jean Paul Palmero e Marc Dessì. Per entrambi gli equipaggi delle Peugeot 208 Rally4 di Gliese Engineering l’obiettivo primario era quello di vedere il traguardo affrontando i 333 km di gara di buon passo, ma senza correre eccessivi rischi e cercarsi pericolose avventure. Ci riescono benissimo e chiudono in 58esima pozione (fra Somaschini e Marchino) Palmero-Pastorino e in 61esima Dessì-Giuliano, lasciandosi alle spalle ancora un equipaggio. E per loro è una vittoria.  

93° Rallye Monte-Carlo: sventola il tricolore, ma è quello francese e non quello italiano (prima parte)

Nel terzo millennio i colori italiani sono stati poco vincenti nella gara monegasca non riuscendo a ripetere le gesta di piloti mitici quali Munari, Biasion e Liatti. Sport News Immagini offre una carrellata delle prestazioni dei nostri, fra i quali si sono messi in particolare evidenza i giovanissimi Roberto Daprà e Matteo Fontana. Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano / Sport News Immagini (in apertura la Škoda Fabia Rally2 di Roberto Daprà, migliore degli italiani)   MONTE CARLO (Principato di Monaco), 27 gennaio – Bei tempi quelli in cui a sventolare sul pennone più alto del podio davanti al Casinò monegasco era il tricolore verde, bianco, rosso. Ora c’è quello blu, bianco rosso, quello francese, e questo ci fa ancora più rabbia.   La gara monegasca (nata nel 1911) ha sorriso parecchie volte ai colori italiani, a cominciare dal 1928 quando a vincere fu la Fiat 509 nelle mani del francese Jacques Bignan. Il primo concorrente a salire sul gradino più alto del podio fu Ciro Basadonna nel 1954, su una Lancia Aurelia B20, sedendo a fianco (sul sedile di sinistra perché le Lancia dell’epoca avevano guida a destra) del campione monegasco Louis Chiron. Per avere un pilota italiano sul gradino più alto del podio bisogna attendere il 1972, quando il mitico Sandro Munari conquista la sua prima vittoria con a fianco Mario Mannucci con la Lancia Fulvia HF #14, una vettura entrata nella mitologia dei rally. Munari si ripete altre tre volte con la Stratos: 1975 affiancato da Mannucci e 1976/1977, con Silvio Maiga. Passano dieci e tocca a Miki Biasion-Tiziano Siviero conquistare il Monte-Carlo (1987) con la Lancia Delta HF, bissando il successo nel 1989. Si arriva al 1997 e sono Piero Liatti-Fabrizia Pons che conquistano il Monte-Carlo con la Subaru Impreza che inaugura l’era delle WRC.   Poi più nulla, o poco più. Abbiamo solo le vittorie ottenute nel WRC Master 2022 e 2024 con Mauro Miele e Luca Beltrame; nel 2019 Enrico Brazzoli si impose nella R-GT Cup, dopo aver vinto il WRC3 nel 2018 e Manuel Villa nel IRC 2WD nel 2009.   ****   Italiani, largo ai giovani. Il miglior pilota italiano al 93° Rallye Monte-Carlo è stato Roberto Daprà con Luca Guglielminetti, che ha concluso 14° assoluto e settimo di Classe Rally2 con la Škoda Fabia curata dalla Delta Racing risultando il più veloce dei nostri in tutte le prove speciali, e costantemente fra i migliori venti della classifica assoluta e dei dieci di categoria; risultato non male per un pilota di appena 23 anni alla sua terza esperienza monegasca.  Il secondo tricolore (verde, bianco e rosso) è sventolato per il 21enne Matteo Fontana, con il coetaneo Alessandro Arnaboldi e la Ford Fiesta Rally3 di famiglia con la quale conquistano la 25esima posizione assoluta e lottano per il successo della classe Rally3 nella quale terminano secondi prendendosi la soddisfazione di vincere anche la speciale di La Batie del Fontes-Aspremont di sabato mattina. Una gara che evidentemente sorride al comasco, per la terza volta al via, visto che lo scorso anno vinse la Classe Rally4.   Una medaglia d’oro al Monte-Carlo ce la regalano Matteo Chiarani (35° assoluto), affiancato dal senatore dei rally Flavio Zanella con la Škoda Fabia di SMD che conquistano il successo nella Master Cup, categoria di cui hanno mantenuto il primato dal primo all’ultimo metro, vincendo nove delle sedici prove speciali disputate, fra le quali anche il mitico passaggio sul Turini di domenica all’ora di pranzo. Alle sue spalle, con una prestazione da incorniciare, si piazzano Marco Oldani e Pietro D’Agostino che, oltre a essere 37esimi assoluti con la Peugeot 208 Rally4 della Dream One, concludendo secondi di categoria RC dopo essere rimasti costantemente sul podio per tutta la gara, vincendo anche la prova di Aucelon-Recoubeau Jansac di sabato pomeriggio. Oldani apre una terzina di italiani che hanno concluso in fila precedendo Flavio Brega-Marco Zegna, 38esimi assoluti con la Škoda Fabia di MM Motorsport, alla prima esperienza del pilota pavese al Monte-Carlo. Brega ha bruciato sul filo di lana per appena 8”3, proprio nell’ultima prova del Turini (grazie a una grande prestazione), Enrico Brazzoli-Martina Musiari sulla Škoda di PA Racing, con il saluzzese in precarie condizioni fisiche per una frattura al polso che lo ha costretto a stringere i denti per tutta la gara con il miraggio di vedere il palco arrivi a Monte-Carlo. Miraggio diventato realtà domenica pomeriggio.    

93° Rallye Monte-Carlo Sébastien Ogier conquista la stella della decima vittoria al Monte

Sébastien Ogier conquista la sua decima vittoria al Monte-Carlo, in un edizione che, pur essendo senza neve, ha proposto tutte le difficoltà classiche della gara monegasca, tradizionale apertura del mondiale rally. Ogier ha vinto non solo perché è stato il più veloce, ma perché ha dimostrato una costanza di risultati invidiabile e ha commesso un solo errore, mentre tutti gli altri hanno pagato caro le loro situazioni complesse. Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano / Sport News Immagini (in apertura la Toyota Yaris di Sébastien Ogier, vincitore del Rallye Monte-Carlo 2025)   MONTE CARLO (Principato di Monaco), 26 gennaio – Inutile discutere. Il più forte pilota rally dei nostri giorni è lui: Sébastien Ogier. Se lo sia anche di tutti i tempi è un inutile quanto sterile speculazione che non dovrebbe funzionare nemmeno nei bar. Ma oggi il più forte è lui. Che poi il Rallye di Monte Carlo si svolga sulle strade che lui ha percorso fin da bambino è vero (è nato a Gap il 17 dicembre 1983) ma questo non basta a farne un vincente. Ogier, navigato da Vincent Landais (avrà meriti pure lui) ha imposto la sua legge in sei delle 17 prove speciali regolarmente disputate, facendo meglio di Ott Tänak (4), Adrien Fourmaux, Elfyn Evans (2), Kalle Rovanperä, Grégoire Munster, Takamoto Katsuta che si sono fermati a quota 1. Ogier ha subito dimostrato di saper andare forte vincendo le prime due prove speciali di giovedì notte, per poi perdere il comando della graduatoria sulla terza, la Avençon, quando ha rischiato grosso sullo sporco, riuscendo a salvarsi prontamente in testacoda. Sceso in terza piazza il francese ha saputo gestire la situazione nelle condizioni difficili; settimo tempo nella prima prova di venerdì quando ha avvertito tifosi e pubblico che “non dovevano stupirsi del suo tempo alto perché questo è il Monte-Carlo”, per poi essere sempre a ridosso dei migliori in speciale, nonostante una toccata ad un paletto due prove dopo. Poi, rullo percussore, nelle prove successive fino a tornare al comando a metà della seconda tappa e non lasciarlo più fino al podio di Monte-Carlo, segnando il miglior tempo anche nella prova totem del Turini, ultimo ostacolo verso il trionfo. Ogier fa anche sfoggio di umiltà asserendo che “ ho avuto la mia stella fortunata in questo fine settimana. Forse a proteggermi è stata la stella di mio zio, che ci ha lasciato un anno fa (lo zio, suo primo tifoso è morto proprio durante l’ultima notte del Monte-Carlo 2024 e Sébastien perse quel Monte proprio nelle fasi finali dopo aver ricevuto la notizia del lutto). Questa è stata la mia stella”.   ****    Con un Ogier così determinato agli altri concorrenti è rimasto poco spazio e per emergere hanno dovuto approfittare delle disavventure temporanee del francese. Alle spalle di Ogier si è classificata la Toyota di Elfyn Evans-Scott Martin, protagonista di una lunga battaglia con la prima classificata delle Hyundai nelle mani di Adrien Fourmaux-Alexandre Coria, battaglia che ha infiammato soprattutto le fasi centrali della gara, con i due equipaggi non di punta dei rispettivi team che hanno saputo conquistarsi i gradi di piloti top sul campo. Evans ha ereditato da Ogier (in realtà da Neuville) la leadership sulla prima prova della giornata di venerdì, una giornata che ha messo in difficoltà la maggior parte degli equipaggi e che ha registrato la peggior prestazione del gallese (nono assoluto), che poi ha saputo rimanere sempre sulla cresta dell’onda, vincere una prova (la Saint Maurice) e rintuzzare gli attacchi di Fourmaux, rimanendo sul podio virtuale per tutta la gara. Il francese di Hyundai doveva essere la terza forza della Casa coreana dietro Neuville e Tänak, ma con una grinta e una “pulizia” scevra di errori ha vinto la speciale di La Brèole, rimanendo costantemente fra i primi quattro dell’assoluta. E con un passaggio da maestro nella speciale di Digne Les Baines (vinta) di domenica ha riconquistato un terzo gradino del podio più che meritato.   ****   Gloria sì, ma meno di quanto speravano. È la situazione di tutti gli altri. A cominciare da Kalle Rovanperä, rientrato in pianta stabile nel mondiale rally, in difficoltà con auto, strada e penumatici nella prima corta giornata di giovedì notte, una zampata venerdì e poi senza squilli negli altri momenti, riuscendo a conquistare la quarta piazza proprio nell’ultima prova di Peira Cava ai danni di Ott Tänak. Probabilmente dalle prossime gare, quando riconquisterà i gradi di capitano Toyota (Ogier sarà a mezzo servizio nel mondiale, altrimenti il favorito per il titolo sarebbe lui) cambierà ritmo e tornerà a essere il Kalle del 2022 e 2023. Ott Tänak è quinto, dopo aver dato un gran bombardone sulla sesta prova, la terza di venerdì, la Bréole-Selonnet, nella quale ha distrutto tutto il posteriore della sua Hyundai i20. Bravi, addirittura miracolosi, i meccanici della Casa coreana che hanno saputo ricostruire la vettura permettendogli di chiudere la giornata in quinta piazza. Sabato sembrava essere la giornata dell’estone, che ha vinto quattro delle sei prove speciali, superando Rovanperä e arrivando a insidiare il podio di Fourmaux. Nella prima prova di stamattina era riuscito a superare il francese, ma nella successiva veniva superato da Fourmaux, con Rovanperä che lo scavalcava nel successivo Turini. Alla fine commenta che la sua prestazione è stata caratterizzata da “alti e bassi per tutta la gara, ho avuto difficoltà di scelta degli pneumatici e di essere in buona posizione per il prossimo rally di Svezia”. Chiude la sestina Thierry Neuville e questa è quasi una posizione insperata, visto che alla partenza della tappa di oggi era ottavo. Dopo una buona partenza giovedì sera, il belga è stato vittima di ogni sorta di problemi, fra diritti, spegnimento di vettura che ha richiesto di essere resettata in prova speciale e prestazioni non convincenti che lo hanno portato a ottenere questa posizione solo grazie al ritiro di due dei concorrenti che lo precedevano e commentare: “se sceglievo le stesse mescole dei miei avversari ero inesorabilmente più lento. Questo non è stato un