Rallye Monte-Carlo atto terzo, Ogier consolida il primato, ma che battaglia alle sue spalle
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Mentre il francese della Toyota conduce una tappa molto tattica, che gli consente di allungare sulla concorrenza, alle sue spalle è battaglia fra Evans e Fourmaux che si scambiano continuamente posizione, ma vengono avvicinati da Ott Tänak che con quattro successi in speciale si ripropone come uno dei più accreditati al podio finale Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano / Sport News Immagini (in apertura la Hyundai i20 di Ott Tanak, vincitore di quattro prove speciali oggi) GAP (Francia), 25 gennaio – Il Rallye di Montecarlo 2025 riparte per la sua terza tappa, che si svolge sul doppio passaggio sulle tre prove ad ovest di Gap, prima di tornare per l’ultima volta nella cittadina delle Hautes Alpes, per l’ultimo parco assistenza e riordino notturno, per poi spiccare il volo, domani, 26 gennaio, verso Monte-Carlo. Questa di oggi è la tappa più lunga della gara, nonostante gli organizzatori abbiano deciso di accorciare di 5,37 km la speciale di Aucelon/Recoubeau-Jansac, portando la giornata a 120,66 km di tratti cronometrati. **** La tappa odierna ha posto in evidenza Sébastien Ogier che, pur senza siglare il miglior tempo nelle prove speciali (un paio di volte secondo, una volta terzo e una quarto, due volte quinto) non ha mai perso il contatto con il migliore in speciale, riuscendo così a portare il suo vantaggio sul secondo classificato, come ieri sempre Elfyn Evan, da 12”6 a 20”3. Grande protagonista di giornata è stato Ott Tänak che si è imposto in quattro delle sei prove speciali, recuperando una posizione nella classifica assoluta (ha scavalcato un poco brillante Kalle Rovanperä), riducendo così il suo ritardo dal podio a soli 8”8, dai 31”3 con cui era partito in mattinata. E la lotta per il podio, che sembrava ristretta fra Elfyn Evans e Adrien Fourmaux (ora bisogna considerare anche Tänak) è stata entusiasmante con un paio di scambi di posizioni che hanno alla fine lasciato la classifica come era ieri sera. Ma molto più incandescente. La giornata ha messo in luce Gregoire Munster, vincitore della prima prova e Takamoto Katsuta (vincitore della terza prova di giornata) che ha concluso sesto assoluto nonostante uno stallonamento. Infine in Rally2 Griazyn ha riconquistato la leadership proprio nell’ultima speciale, ma tutto si deciderà nelle prove di domani. L’ultima tappa del 93° Monte-Carlo prevede il ritorno da Gap a Monte-Carlo affrontando tre prove speciali, per un totale di 50,90 km cronometrati, ultima delle quali il mitico Turini. **** L’ordine di partenza sulle prove speciali odierne è stilato, come da regolamento capovolgendo la classifica delle Rally1 (solo loro) con Gregoire Munster “apripista”, ultimo di categoria dopo la foratura sulla PS8 ed avendo percorso la prova successiva con pneumatici non in assetto corretto, avendo in quella occasione montato la gomma da neve che aveva nel baule, insieme alle altre tre supersoft che già equipaggiavano la sua Ford Puma. Il lussemburghese, rientrando ieri nel parco assistenza notturno aveva deciso di ritirarsi essendo precipitato in 19esima posizione, perdendo in una sola prova 13 scalini della graduatoria, ma poi ha deciso di essere ancora della partita e ripresentarsi al via questa mattina. Il pilota della Puma (ieri Sport News Immagini aveva dedicato a lui la copertina) fa vedere di che pasta è fatto e, scacciando fantasmi e depressione della sera precedente, stacca la miglior prestazione sulla prima prova di giornata, La Motte-Chalancon/Sain Nazaire (primo successo in carriera, alla 39esima gara WRC) precedendo di 8/10 Ogier (che fa i complimenti a Munster per l’ottima prestazione sottolineando pure le tre ottime prestazioni del giorno precedente), che apre il trio di Toyota composto anche da Kalle Rovanperä, Takamoto Katsuta, quindi Adrien Fourmaux che come al solito si conferma il più veloce fra le Hyundai, davanti a Evans, Tänak (settimo), Pajari, McErlean che conclude il filotto delle nove Rally1; la terza giornata inizia negativamente per Thierry Neuville che deve fermarsi in prova speciale, resettare l’elettronica della sua vettura, e poi riprendere di buon passo (alla i20 era già successo in Giappone) perdendo altri 1’00”5 da Ogier. Il belga rimane in ottava posizione assoluta, ma vede anche allontanarsi l’avversario che lo precede Sami Pajari da cui dista 1’16”1. In Rally2 il mattatore resta Yohan Rossel, che in questa prova precede di 3”2 il fratello Leo, quindi Solberg e Griazyn. Daprà è sempre il migliore degli italiani. La speciale viene interrotta a causa dell’incendio della Škoda Fabia Rally2 di Filippo Marchino e Pietro Elia Ometto, che al momento del ritiro erano 48esimi assoluti. **** La successiva Aucelon/Recoubeau-Jansac vede il successo Ott Tänak che per la prima volta in questo Monte 2025 stacca la miglior prestazione assoluta, precedendo Adrien Fourmaux che facendo meglio per 2”1 di Elfyn Evans riesce a superare in classifica per 5/10 il gallese conquistando la seconda piazza assoluta. Dietro Katsuta, Ogier, Pajari con Neuville solo nono che si è ormai reso conto che spingere non serve a nulla e approfitta delle prove speciali per fare esperimenti di assetto, ammortizzatori e quant’altro si può testare in gara. Yohan Rossel continua guidare la Rally2 precedendo in prova Solberg e Griazyn che al momento paga 29”9 al francese. Escono di strada Rachele Somaschini e Nicola Arena che occupavano la 59esima posizione assoluta. Nessun danno all’equipaggio e decisione di rientrare nella tappa di domani con il Super Rally. La terza speciale, La Batie-des Fonts/Aspremont, regala il successo in prova speciale al giapponese della Toyota Takamoto Katsuta che precede il redivivo Neuville, ma Ogier fa buona guardia e paga appena 1”1 al belga, ma allunga ulteriormente su Fourmaux che fa meglio di Evans e per il momento consolida la sua seconda posizione assoluta. Dopo la prima tornata sulle prove Ogier è al comando con 17”2 su Fourmaux, in piena lotta con Evans su cui ha appena un vantaggio di 2”8. La lotta per il podio sembra fermarsi qui, visto che il quarto assoluto è Kalle Rovanperä, che deve guardarsi dal ritorno di Tänak che lo insegue ad appena 1”. Solberg fa sua la prova in Rally2 superando per appena
Rallye Monte-Carlo, la roulette premia il numero di Ogier
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La tappa di venerdì, come era ampiamente prevedibile, ribalta più e più volte la situazione in classifica, portando ai vertici un perfetto Ogier, capace di gestire la situazione quando si faceva critica e di attaccare quando ce n’era la possibilità. Pagano le conseguenze di toccate e forature i due alfieri Hyundai, Neuville e Tanak, attardati in classifica, mentre stupiscono le prestazioni delle Ford Puma con Munster e McErlean Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano / Sport News Immagini (in apertura la Ford Puma di Gregoire Munster, una delle piacevoli soprese della gara) GAP (Francia), 24 gennaio – Attendersi un Monte-Carlo senza colpi di scena è come pensare a una ruota della roulette che non giri. Qualche volte la pallina si ferma sul rosso, qualche altra sul nero; a volte premia i pari, altre i dispari, e infine, se lo desidera, la pallina regala il jackpot al numero baciato dalla fortuna. La giornata è sicuramente favorevole al #17 Sébastien Ogier, capace di tenersi lontano dai guai e di dare la zampata nelle ultime due prove di giornata portandosi al comando. Per Hyundai invece una giornata di massima negatività con Neuville che tocca e fora due volte e Tänak che distrugge la sua i20 al termine del primo giro sulle prove, ricostruita miracolosamente, e con molta competenza, dai meccanici La prima tappa notturna di giovedì si era chiusa con Thierry Neuville in cima alla classifica dopo che Sébastien Ogier aveva vinto le prime due prove speciali, correndo il rischio, nella terza, di finire fuori strada, perdendo terreno e scivolando al terzo posto in classifica, con un ritardo di 12”8 dalla vetta della classifica, preceduto anche dal compagno di squadra in Toyota Elfyn Evans, che in seguiva Neuville a 2”. Dietro Ogier Ott Tänak, che non aveva ancora trovato il guizzo, Adrian Fourmaux, e Kalle Rovanperä che non ha trovato il feeling giusto con pneumatici e vettura dopo un anno di assenza, pagando anche il fatto di essersi confrontato su prove che gli avversari avevano disputato, almeno in parte, nelle precedenti edizioni. Ma l’enfant prodige finlandese ha dimostrato di poter essere della partita segnando il terzo tempo assoluto nella prova conclusiva della notte, e se 43”9 sembrano molti da recuperare, ciò nonvale sulle insidiose strade del Monte-Carlo. **** Il primo giro sulle prove si apre con la Saint Maurice-Aubessagne, 18,68 chilometri caratterizzati da ampie placche ghiacciate affrontati dai concorrenti con pneumatici chiodati, che esaltano la guida spericolata di Kalle Rovanperä, che stacca il miglior tempo, davanti alle sorprese Grégoire Munster che stacca il secondo tempo con la Ford Puma e il finlandese Sami Pajari sulla Toyota Yaris Rally1. Oliver Solberg, non avendo nulla ormai da perdere attacca a fondo, ed è quarto assoluto e migliore delle Rally2, con la GR Yaris, e precede Fourmaux, Ogier che commenta: “non dobbiamo sorprenderci per un Monte-Carlo in queste condizioni. Meglio il ghiaccio di oggi che il fango di ieri e il risultato del Monte-Carlo si guarda solo alla fine”. Ogier continua a filosofeggiare, facendo meglio di Elfyn Evans e soprattutto di Thierry Neuville, che essendo il primo a passare sulle strade si è trovato il ghiaccio anche in punti in cui non se lo aspettava. E così Evans passa al comando con 8/10 su Neuville e Ogier che si è avvicinato a soli 4” dal belga. Dietro Tänak, Fourmaux e Rovanperä che ha ridotto il distacco dalla vetta a soli 22”. La seconda piazza di Rally2, dietro il lontano Solberg, consente a Griazyn di allungare decisamente su Rossel, staccato in generale di 18”9 secondi, mentre Daprà, sedicesimo in prova e in gara continua a essere il migliore degli italiani. **** La successiva Saint Léger les Mélèzes-La Batie Neuve viene annullata, per permettere di soccorrere uno spettatore ferito e si passa pertanto alla successiva La Bréole-Selonnet di 18,31 km su asfalto secco con piccole chiazze di neve e placche di umidità, condizioni di fondo che mettono in crisi i piloti che hanno scelto di partire al mattino con i chiodati. Ad approfittare della situazione è Fourmaux che vince la speciale davanti al concreto Munster e Ogier che è il migliore dei big, nonostante uno spavento a metà prova. Seguono Evans, Rovanperä e Tänak che nonostante finisca in un fosso e danneggi pesantemente il retrotreno della su Hyundai riesce a raggiungere il fine prova con un ritardo tutto sommato limitato a soli 21”7. La situazione si fa pesante per Thierry Neuville che perde quasi due minuti da Fourmaux, siglando il 33° tempo assoluto, a causa di una uscita di strada strappando la ruota posteriore sinistra che resta agganciata alla sospensione, con sentendo al belga di raggiungere il fine prova e la successiva assistenza di Gap. Ma la classifica è rivoluzionata, con Evans che passa al comando con appena 1”5 su Ogier, Fourmaux che diventa il migliore di Hyundai in terza posizione, seguito da Munster con la Ford Puma, Tänak e Rovanperä che ormai ha ridotto a un solo decimo il ritardo dall’estone; Neuville precipita in nona posizione a 1’48 da Evans. Rossel si impone in Rally2 davanti a Griazyn di 3/10, quindi Solberg che continua la sua operazione di scalata di posizioni in classifica risultando ora 25° assoluto e 13° di categoria. Daprà mantiene il comando degli italiani e la 16esima piazza assoluta. **** Al parco assistenza di Gap, di appena 43 minuti i meccanici della Hyundai compiono il miracolo sia sulla vettura di Neuville, sia quella ben più disastrata di Tänak che si è presentata nella cittadina delle Hautes Alpes mancante di tutta la parte posteriore. Ma, come diceva Lucio Battisti, questi meccanici con un cacciavite in mano (e qualche attrezzo in più) fanno miracoli. All’uscita del parco assistenza, visto il cielo limpido e la temperatura più elevata, tutti i concorrenti optano per partire con pneumatici supersoft e due chiodate nel baule, tranne il pilota Ford Munster, che sceglie due neve al posto delle chiodate. Scelta per lo meno bizzarra, visto che si segnalano sì placche di ghiaccio ma non sono previste precipitazioni. La
Rallye Monte-Carlo, dal salotto di Monte-Carlo alle montagne della Hautes Alpes
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Giovedì mondano per gli equipaggi del Rallye di Monte-Carlo che si sono ritrovati sulla piazza del Casino del Principato, per firmare autografi agli appassionati, concedersi alle interviste previste dalla Federazione, ma soprattutto, scendere alle 14.30 la pedana posta come da tradizione davanti al Casinò, il primo a partire è stato il campione del mondo Thierry Neuville; per poi percorrere i 169 chilometri che hanno portato i concorrenti a Digne les Bains e affrontare alla luce dei fari le prime tre prove speciali della giornata con Sébastien Ogier, subito in evidenza Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano / Sport News Immagini (in apertura la Toyota GR Yaris di Sébastien Ogier, miglior tempo nelle due speciali di apertura della gara) GAP (Francia), 23 gennaio – Una giornata cominciata a Monte-Carlo e conclusa a Gap. Come da tradizione questa è la prima giornata del Rallye Monte-Carlo ed anche la 93esima edizione ha mantenuto questo format. Ombelico dell’evento oggi è stata Place du Casino di Monte-Carlo a cominciare dalle 12.30 con la sessione degli autografi ai fan per i top driver del mondiale, quindi la tradizionale foto davanti al Casino e l’incontro coni giornalisti, con le interviste a piloti e team manager (tutti hanno sottolineato la grande difficoltà del Monte, anche per un’edizione in cui è prevista poca neve) con Ogier, Rovanperä (al quale hanno addirittura chiesto cosa mangia a pranzo durante il rally!) e Neuville seduti fianco a fianco per rispondere alle domande degli intervistatori. Poi alle 14.30 la bandiera del Principato di Monaco è sventolata davanti Thierry Neuville (Hyundai) seguito a tre minuti da Elfyn Evans (Toyota), quindi altri tre minuti Ott Tänak (Hyundai) e Sébastien Ogier (Toyota). Tutti i dieci piloti delle Rally1 che si giocano il mondiale sono partiti a tre minuti. Poi alle 14.59 è toccato a Oliver Solberg (Toyota Yaris GR) che ha aperto le partenze dei piloti delle Rally2 che scattavano a due minuti, precedendo il russo con licenza bulgara Nikolay Griazyn (Škoda Fabia) che difende i colori della scuderia italiana Movisport. I primi italiani a scattare sono stati Roberto Daprà e Luca Guglieminetti alle ore 15.07. Dopo 26 piloti della categoria Rally2 è toccato a quelli delle altre due categorie. A scendere la pedana monegasca sono stati 68 equipaggi, uno in meno dei verificati, in quanto i fratelli Matthieu e Matilde Marguillan non sono riusciti a sistemare la loro Škoda Fabia dopo l’uscita di strada nello Shake Down. Mentre i concorrenti percorrevano i 169 km da Monte-Carlo a Digne Les Bains (comune montano dell’Alta Provenza), dove era prevista la Tyre Fitting Zone (ovvero la Zona di Montaggio pneumatici) prima di affrontare le tre prove in notturna della giornata i fotografi effettuavano le ricognizioni delle prove di domani. “Inizialmente volevamo posizionarci sul Colle De la Moissiére a metà della speciale Saint-Léger-les-Mélèzes / La Bâtie-Neuve” afferma Elio Magnano, reporter e direttore di Sport News Immagini, “ma il fatto che ci fosse pochissima neve e questa sia una prova che abbiamo già fotografato molte volte in passato ci ha convinto ad optare per la precedente Saint Maurice en Valgodemard-Aubessagne che verrà affrontata due volte domani”. Dopo giornata passata nelle Hautes Alpes a trovare il posto giusto per lo scatto giusto, con un tempo incerto che ha alternato sole poco, e gocce di pioggia, Magnano e il suo staff si sono posizionati sulla terza prova di questo giovedì 23 gennaio, la Avançon-Notre Dame de Lauss, che si è svolta a partire dalle 21.06 sulla lunghezza di 13,97. Nel frattempo Sébastien Ogier ha subito messo la sua firma vincendo la prova (745esima prova speciale vinta in carriera) lasciando a 3”9 il compagno di squadra Elfyn Evans e 4”4 Thierry Neuville con la Hyundai, quindi Formaux, Tänak e Kalle Rovanperä che paga ben 15”6 al campione francese. La prova era molto importante, disputata in condizioni di asciutto anche se tormentata da piccole placche di umido nella prima parte, perché rappresentava l’esordio degli pneumatici Hankook, fornitore unico delle vetture del mondiale. “Per me è stato difficile tornare in gara dopo un anno di assenza con pneumatici nuovi, su una speciale che i miei avversari avevano già affrontato e per di più di notte” ha affermato Rovanperä dopo la prima speciale, che sicuramente saprà presto rientrare nel clima rally. La Classe Rally2 è andata a Nicolay Griazyn, decimo assoluto, mentre il migliore degli italiani è stato Roberto Daprà, 17° assoluto, settimo di Rally2, a 33”5 da Griazyn, nonostante sia stato protagonista di una botta nel sottoscocca della vettura in un profondo taglio. “Sono stato molto prudente” ha commentato Daprà “ma questa è solo la prima prova della prima a gara dell’anno”. La prima prova ha già fatto una prima vittima illustre, il figlio d’arte Oliver Solberg, che non scalda a sufficienza le gomme, come dichiarato da lui stesso, e tocca duro nella montagna rompendo il cerchio posteriore destro, essendo costretto a cambiare la ruota in prova speciale. “Non è il miglior modo per cominciare il mondiale” ha affermato sconsolato lo svedese, prima del via fra i papabili al successo in Rally2, così se ne vanno 5’42 da Ogier nell’assoluta e 4’52 da Griazyn nella Rally2. Peggio di lui nella prima prova hanno fatto due altri concorrenti, fra i quali il monegasco Marc Dessi, che ha al suo fianco la navigatrice del Ponente Ligure, Serena Giuliano, oltre all’olandese Vossen, finito fuori tempo massimo, perciò costretto al ritiro Particolare curiosità hanno suscitato le vetture di Classe Rally3, una dozzina di vetture (sette Renault Clio, cinque Ford Fiesta) vetture che con un motore quattro cilindri senza turbo erogano una potenza stimata attorno ai 260 cavalli distribuiti su quattro ruote motrici da un cambio a cinque marce. Insomma, una vettura che permette un alto livello di competitività con una spesa di acquisto che si aggira sui 130mila €, meno della metà di una Rally2. In questa categoria il migliore è stato il francese Arthur Pelamourgues, Clio, che ha conquistato la 24esima posizione assoluta, mentre il nostro Matteo Fontana ha chiuso terzo
Rallye Monte-Carlo, atto 93, apre i giochi del mondiale rally 2025
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Comincia con la classica monegasca l’avventura del mondiale rally annata 2025. Un percorso di 1629,37, di cui 343,80 di asfalto e neve che mantengono inalterato il fascino anacronistico dei bei tempi del rallismo mondiale, quando sul Turini gli italiani potevano permettersi di sfidare i francesi e non solo loro con uomini e macchine. Questa edizione è stata limitata dagli organizzatori a soli 69 protagonisti con Thierry Neuville #1, il caimano Sebastien Ogier #17, il due volte campione del mondo Kalle Rovanperä #69 che ripetono l’eterna sfida Hyundai-Toyota. Saranno dieci gli equipaggi italiani al via con gli occhi puntati in particolare sulla giovane speranza Roberto Daprà. Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano / Sport News Immagini (in apertura la Hyundai i 20 di Ott Tänak, miglior tempo allo Shake Down) GAP (Francia), 22 gennaio – Ci sono pochi eventi che possono vantare una tradizione lunga quanto il Rallye Monte-Carlo. Figurarsi una gara automobilistica, nata nel 1911 per volere del Principe Alberto I, che voleva attirare in Costa Azzurra il bel mondo dell’Europa nobile e ricca, che poteva permettersi un automobile (allora era maschile) e spendere bei soldi al Casino e nei lussuosi alberghi del Principato. La gara si svolse a partire dal 21 al 25 gennaio di quell’anno con presumibilmente venti concorrenti al via e a vincere fu un certo Henri Rougier su Turcat-Mery 25 HP (marca e modello di cui si è persa la conoscenza). Personalmente ho trovato poche tracce in quella edizione di concorrenti italiani (forse un certo Testa, alla fine quinto), ma al via c’erano sicuramente una Fiat 16/18 HP (settima) e una Bianchi che risulta ritirata. Il fascino del Monte-Carlo stava proprio nel fatto che la bella gente d’Europa partiva dal suo paese di origine, spesso soffocato da neve e gelo, per dirigersi nella dolce Costa Azzurra, dopo un avventura di migliaia di chilometri. La formula delle partenze in diverse città europee piaceva e sopravvisse fino al 1996, quando non era più pensabile un rally che richiedesse un impegno psico-fisico tale a macchine, piloti e meccanici. Per tanto da allora, anche per il “Monte” venne adottata la formula che contraddistingue tutti rally. Il Monte-Carlo, però mantiene inalterato il suo fascino con i suoi splendidi anacronismi che coniugano anche questa 93esima edizione fra il mare della Costa Azzurra e il gelo di Gap. E proprio a Gap, capitale del dipartimento della regione Hautes Alpes, oggi si sono svolti i primi atti ufficiali pubblici di questa edizione, con la sessione degli autografi per i tifosi da parte dei big del mondiale, e lo Shake Down nel pomeriggio sera sotto la pioggia. Finite queste incombenze, ecco i team caricare le auto da gara sui carrelli, sui van, sui tir, o quel che l’è, e spostare le vetture a Monte-Carlo (tempo impiegato dalle 3.30 alle 4 ore scegliendo o il giro lungo di 312 km o affrontare la Alpi Marittime con il rischio neve per ridurre la distanza a “soli” 250 km) per far sì che domani davanti al Casinò di Monte-Carlo si svolga una seconda sessione autografi seguita dalla tradizionale foto davanti al Casinò, che fa da manifesto alla stagione rallistica iridata 2025, per poi accendere i motori alle 14.30 e via verso l’avventura, affrontando le prime tre prove speciali quando il sole sarà ormai calato e il freddo si farà sentire. La prima giornata, incentrata totalmente a Gap, ha visto tornare le vetture della categoria Rally1 al classico motore termico, mandando in soffitta quell’ibrido che forse piaceva tanto ai responsabili marketing delle case, ma dava anche tanti grattacapi a ingegneri e meccanici in gara, oltre ai commissari di percorso che dovevano avvicinarsi alla vettura con molta circospezione anche in caso di incidente, con il pericolo di restare folgorati: follia. Un passo indietro che significa sicuramente un gran passo avanti. Molto ammirata in questa prima giornata la livrea delle Ford ufficiali, portate in gara dal lussemburghese Gregoire Munster #13 e dall’irlandese Josh Mc Erlean, #55 tornate alla colore viola di grande impatto cromatico Dieci big a caccia del successo, dieci italiani in cerca di gloria. Il Monte-Carlo, come da tradizione, apre la stagione del mondiale rally che anche quest’anno vivrà su una sfida fra Hyundai e Toyota. La casa coreana può contare su Thierry Neuville, campione del mondo in carica e vincitore della scorsa edizione del Montecarlo e l’estone Ott Tänak, campione del mondo 2019, subito fuori dal podio di Monte-Carlo la scorsa stagione; Toyota risponde con l’inossidabile Sébastien Ogier, otto mondiali nel suo palmares, oltre a 61 vittorie in rally mondiali, fra i quali nove volte a Monte-Carlo, e il rientrante 24enne Kalle Rovanperä, che dopo due titoli mondiali (2022 e 2023) e un anno sabbatico, si rituffa piè pari nell’agone iridato: una gran bella sfida. Saranno dieci anche gli equipaggi che difenderanno i colori italiani a cominciare dal giovanissimo ventitreenne Roberto Daprà #24, con Luca Guglielminetti alle note sulla Škoda Fabia Rally2, al suo terzo Monte-Carlo seguito dagli esperti Alberto Roveta #35 e Flavio Brega #36, su Škoda Fabia Rally2, quindi Rachele Somaschini, Citroën C3 #44, il saluzzese Enrico Brazzoli #46, Maurizio Chiarani #47, Filippo Marchino #48 anche loro su Škoda Fabia Rally2; il 21enne figlio e nipote d’arte Matteo Fontana #54, vincitore della classe RC4 al Monte 2024, ed infine Luca Oldani #71 ed Emanuele Fiore #76. La giornata odierna ha visto accendersi per la prima volta in questo mondiale i motori delle vetture da rally sull’asfalto di Route de la Garde, lungo 3,28 km. Pochi passaggi per assaggiare le vetture e Ott Tänak, ha immediatamente imposto la sua legge con la Hyundai i20, precedendo di 7/10 la Toyota di Kalle Rovanperä e la vettura gemella di Sébastien Ogier. Bene gli italiani con Daprà 19° assoluto, Alberto Roveta 26° che ha fatto meglio per appena 6/10 di Matteo Fontana, terzo fra i piloti di categoria RC3. Come sempre lo Shake Down riserva delle sorprese. Se a livello cronometrico non è successo nulla di eclatante la brutta sorpresa è arrivata per i fratelli Matthieu e
Rally delle Palme, è così difficile essere profeti in patria?
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Nella gara del Ponente Ligure tre concorrenti confermano o smentiscono il vecchio detto, che forse ha scarso significato. Testo di Tommaso M. Valinotti, foto Magnano/sportnewsimmagini.it. BORDIGHERA (IM) – Si dice che nessuno è profeta in patria; lo dicevano già i romani oltre 2000 anni fa, ed è la frase utile e che salva quando le cose vanno storte ai padroni di casa. Possiamo usare questo detto per Sandro Sottile e Marco Nari al Rally delle Palme? Vero che i due rallisti di Vallecrosia (abitano a meno di dieci chilometri dalla pedana di partenza) ma non hanno nulla di che di lamentarsi, se non del terribile mal di schiena che ha sicuramente condizionato la gara di Sandro Sottile, alla fine secondo assoluto dopo una gara disputata ad altissimo livello in ogni metro di speciale. Possiamo sicuramente usare la massima per Alessio Pisi, anche lui nato in zona, anche se da alcuni anni residente a San Marino. Vincitore della Panda Rally Cup del 2006, e mattatore delle gare sammarinesi (primo al Rally Bianco Azzurro 2022 e 2024; all’Halloween Rally e Circuito dei Campioni-San Marino 2023) il pilota di Bordighera non ricordava le tre prove speciali del 25° Rally delle Palme. “Non ho mai fatto il Palme, e sono passati 14 anni dall’ultima volta che ho fatto il Sanremo (2010 con una Peugeot 207 S2000). Non posso certo ricordarmi le prove”. Alla gara del Ponente Ligure Alessio Pisi si è presentato al via affiancato da Fabrizio Brunengo, navigatore con cui ha disputato una decina di gare all’inizio della sua carriera, iniziando proprio dal Sanremo 2004, seconda gara di Pisi; al Palme partecipa con una Škoda Fabia con la quale tentare di inserirsi nelle zone alte della classifica. La gara comincia male, con una foratura già nello Shake Down costringendolo a uscire dal tracciato su tre ruote. Nel primo passaggio sulla speciale di sabato Pisi-Brunengo segnano il quinto tempo ripetendosi nella ripetizione notturna, nonostante una foratura a un chilometro da fine speciale; il mattino dopo i due portacolori della Scuderia dei Fiori partono con massimo entusiasmo sulla Ghimbegna-San Romolo, ma il riacutizzarsi alla schiena del navigatore consiglia loro di rallentare il passo consegnando la tabella a fine speciale. Chi invece non ha permesso ai locali di essere profeti nella loro patria è Marco Varetto, con Vittorio Bianco al quaderno delle note che ha messo a ferro e fuoco la Classe Rally4 con la sua Opel Corsa chiudendo settimo assoluto, piazzandosi nel bel mezzo del mare delle R5/Rally2 vincendo tutte le prove speciali della categoria, imponendosi davanti al sanremese Corrado Garuti con Samuele Cassini a fianco. Torinese della collina, Marco Varetto non aveva mai corso fuori zona se non qualche sporadica uscita al Rally del Sebino o alla finale nazionale del Lazio Cassino 2022. “C’è chi pensa che vado solo forte sulle strade di casa e andare forte su queste prove dimostrerebbe che sono bravo ad andare forte ovunque”. Temendo il ritorno dei locali, Varetto-Bianco attaccano a fondo nel doppio passaggio sulla Perinaldo-Soldano del sabato che, essendo una speciale nuova, mette tutti i concorrenti sullo stesso piano. Poi, domenica, i due portacolori di Meteco Corse, continuano ad attaccare a fondo, così da alzare le braccia al cielo sulla pedana di arrivo per festeggiare la settima piazza assoluta e la vittoria in Classe Rally4. Per dimostrare che non è necessario essere profeti in patria per essere vincenti. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.
25° Rally delle Palme: sfida generazionale e anche cabalistica fra Fabrizio Gangi e Sandro Sottile
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Se per Sottile il numero 1 è il prediletto (ed anche il #11 gli porta bene), le due volte che Fabrizio Gangi è partito con il #6 è salito sul podio. I 31 anni di differenza fra i due non si sono visti in prova speciale, dove lo spettacolo è stato elevatissimo dal primo all’ultimo metro della gara del Ponente Ligure. Testo di Tommaso M. Valinotti; foto Magnano BORDIGHERA (IM), 22 settembre – È stata una sfida generazionale, quella che ha contrapposto Federico Gangi a Sandro Sottile, rendendo incandescente e tiratissima la 25esima edizione del Rally delle Palme. Nati entrambi il mese di gennaio, Sandro Sottile è di 31 anni meno otto giorni più anziano del giovane savonese, che sul palco di Bordighera ha conquistato la sua prima vittoria. Sottile partiva con il #1 sulle fiancate della sua Škoda Fabia, lo stesso numero che aveva due anni fa quando vinse il Palme a mani basse. “Non sono superstizioso ma un po’ ci credo. Mi piace il #1 ed anche il #11, che in passato mi ha dato anche delle soddisfazioni”. Con il #1 oltre a vincere il Palme del 2022, ha conquistato la seconda piazza assoluta alla Ronde dei Monti Lepini 2007 con la Mitsubishi Lancer. Altra partenza con il #1 al Giro dei Monti Savonesi del 1995 con la Volkswagen Golf GTI affiancato da Luca De Rizzo: “Allora ero prioritario come vincitore della Coppa Italia Zona 2 dell’anno precedente. L’unico problema è stato che dietro me partiva Benazzo e alcuni numeri dietro partiva un pilota del calibro di Maurizio Ferrecchi, con Gianfranco Imerito alle note, con la Toyota Celica ST 185 4WD, una vettura che in quell’epoca disputava il mondiale. Ovviamente vinse lui, mentre io arrivai piuttosto indietro” racconta il driver di Vallecrosia. Anche il #11 ha portato bene a Sottile. Solo per soffermarci al recente passato Sottile-Nari con questo numero sulle portiere hanno conquista la seconda piazza al Valli Imperiesi 2021 con la Škoda Fabia R5 battuti solo dalla poderosa Citroën DS3 WRC di Pedersoli; mentre al Grappolo 2017 l’equipaggio del Ponente Ligure ha conquistato con una stagionata, ma efficientissima Clio Williams Gruppo A, le terza piazza assoluta e il primato di A7. Facendo ancora un salto all’indietro, sempre con il #11 ecco che Sottile-Nari conquistano il Valli Imperiesi 2007 su Honda Civic Type-R, mentre alcuni mesi prima Sottile, sempre con #11, Sottile si era ritirato al San Crispino. Ma non aveva Nari al suo fianco. Ancora una vittoria con l’11 per Sottile-Nari al Valli Imperiesi 2004 con la Honda Type R. Non sappiamo se Fabrizio Gangi sia affezionato al #6, numero con il quale ha conquistato la sua prima vittoria al recente Rally delle Palme. Sta di fatto che il giovane savonese con questo numero ha ottenuto la terza piazza al Val d’Aveto di quest’anno. Non è ancora una tradizione, ma poco ci manca. Infine il Rally delle Palme non ha decretato un cambio generazionale. Federico Gangi, 22 anni, è andato fortissimo e ha confermato tutte le sue capacità dimostrate nelle gare disputate di recedente; ma Sandro Sottile è ancora un bruttissimo cliente e lo ha dimostrato nella sua Bordighera in una gara disputata dopo un anno di inattività, e soprattutto afflitto da un doloroso problema alla schiena che lo aveva bloccato 25 giorni a letto nei giorni precedenti. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.
Al 25° Rally delle Palme: il rullo di tamburi saluta il successo di Federico Gangi-Fabrizia Pons
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Il giovane savonese, affiancato dall’esperta navigatrice torinese conquista nel finale il successo grazie a un grande attacco nelle ultime due prove, precedendo sul filo di lana i locali Sandro Sottile-Marco Nari. Terza piazza per i costanti Fabio Federici ed Erika Badinelli. Sport news immagini propone la più completa cronaca della gara. Testo di Tommaso M. Valinotti; foto Magnano BORDIGHERA (IM), 22 settembre – Due prove sul filo del rasoio percorse al ritmo del tuono sull’onda del rombo dei tamburi. Si conclude così la 25 esima edizione del Rally delle Palme che a due prove dalla fine, con appena 17,99 km da percorrere vedeva i due principali contendenti Federico Gangi– con Fabrizia Pons alle note (Škoda Fabia) e Sandro Sottile affiancato da Marco Nari (Škoda Fabia RS), divisi da appena 3/10. Un’inezia, dopo quasi cinquanta chilometri di speciali percorsi a fuoco, tenendo in tensione equipaggi e pubblico. Il successo finale arride al felicissimo 22enne Federico Gangi, con Fabrizia Pons al quaderno delle note, alla sua prima vittoria assoluta in carriera, capace di contrastare l’idolo locale Sandro Sottile in macchina con il navigatore di sempre Marco Nari, precedendolo sul traguardo di 1”7 dopo aver conquistato il primato in cinque prove Sottile e tre Gangi. L’equipaggio della Gima ha preso il ritmo giusto fin dalla seconda prova speciale, la notturna di sabato è andato in crescendo prendendo sempre più coraggio e determinazione al passare dei chilometri “Ho cominciato a crederci quando abbiamo cominciato a vincere le prove speciali. Partire a due prove dalla fine con solo 3/10 di vantaggio su un pilota del calibro di Sottile può portarti a commettere errori. Semplicemente mi sono dimenticato la classifica, cercando di guidare nel miglior modo possibile spingendo a fondo. E i risultati mi hanno dato ragione. Inoltre, avere a fianco una navigatrice esperta come Fabrizia Pons mi ha aiutato moltissimo e dato stimoli in più”. Ottima gara per Sandro Sottile da Vallecrosia, che ha pagato la minor confidenza con la Škoda Fabia rispetto al savonese (ultima presenza a un rally di Sottile il Rallye Sanremo dell’ottobre 2023) e un fastidioso mal di schiena che ne hanno condizionato le prestazioni. “Ho deciso di correre solo all’ultimo momento; sono rimasto in dubbio fino alla fine per capire se sarei stato in condizione di partecipare e ovviamente puntare alla vittoria. Gangi è andato fortissimo ed è stata una gara bellissima”. Terza piazza per Fabio Federici ed Erika Badinelli. “Sono salito in terza posizione nella notturna di ieri e lì sono rimasto per tutta la gara. Nel finale ho gestito la situazione perché Gangi e Sottile erano irraggiungibili, mentre potevo controllare senza patemi gli inseguitori”. Quarta piazza per Jacopo Araldo e l’imperiese Lorena Boero che raccolgono punti preziosi per la loro scalata alla Finale Nazionale del Lanterna, salendo al secondo posto di CRZ-2 entrando fra i papabili per Genova, che vincono il loro duello con Federico Santini-Marco Barsotti, che con questo risultato passa al comando del Trofeo Michelin Italia di Zona; sesta piazza per Albert Tanozzi e Irene Bubola, costantemente nella pattuglia dei migliori per tutta la gara. Gara di livello siderale per Marco Varetto e Vittorio Bianco che chiudono settimi assoluti, primi fra le Due Ruote Motrici e di Classe Rally4, segnando il miglior tempo di categoria in tutte le prove speciali. “Temevo moltissimo i concorrenti di casa che si sono dimostrati velocissimi e agguerriti. Non ero mai uscito dalle prove speciali del Piemonte, per questo motivo correre qui e ottenere queste prestazioni è stato importante”. Per Varetto-Bianco si schiudono le porte del Lanterna avendo finora vinto tutte e tre le gare di Zona-2 e il prossimo Sanremo dovrebbe dare loro la certezza matematica. La classifica dell’Under 25 va al 22enne savonese Federico Gangi mentre la Over 55 premia il sanremese Corrado Garuti, affiancato da Samuele Cassini che termina la sua gara in ottava posizione assoluta. Hanno concluso la gara 62 degli 83 equipaggi partiti. La cronaca della gara. Bordighera pronta ad accogliere gli 84 equipaggi del 25° Rally delle Palme La perla del Ponente Ligure ospiterà nel fine settimana il rally decisivo per la Coppa Rally di Zona che graviterà in Bordighera per verifiche, parco assistenza, riordino e pedana di partenza e arrivo. Il suo entroterra sarà il teatro delle prove speciali, di cui una in notturna. Si corre sabato 21 e domenica 22 settembre; al via il pilota locale Sandro Sottile con il numero 1 e Fabrizia Pons, la navigatrice vincitrice del Sanremo mondiale del 1981 BORDIGHERA (IM), 18 settembre – Pochi giorni ancora poi Bordighera sarà invasa dagli equipaggi impegnati nella 25esima edizione del Rally delle Palme, in programma sabato 21 e domenica 22 settembre sulle strade dell’estremo Ponente Ligure. Sandro Sottile, a caccia del secondo successo al Palme. Mentre gli organizzatori stanno redigendo l’elenco iscritti, sono trapelate alcune notizie sui partecipanti alla gara che avrà come primo equipaggio a scendere dalla pedana di partenza il locale Sandro Sottile, affiancato Marco Nari, con il #1 sulla Škoda Fabia Rally2, cercando di bissare il successo conquistato due anni fa a Bordighera. Oltre alla Škoda di Sottile si presenteranno al Palme una decina di vetture della massima categoria, le R5/R2 fra le quali quella di Jacopo Araldo, affiancato dalla imperiese Lorena Boero, quella di Federico Santini, con Marco Barsotti alle note, e quella della giovanissima promessa genovese Federico Gangi, navigato nientemeno che da Fabrizia Pons (la navigatrice che vinse il Sanremo mondiale nel 1981. Il 25° Rally delle Palme gode anche un tocco di internazionalità grazie all’equipaggio elvetico formato da Riccardo Santini-Arlena Ton su Clio RS e i finlandesi Jaako Lavio-Antti Haapala, protagonisti del Campionato Italiano Rally Terra, che vogliono cimentarsi sulle speciali asfaltate. Tocco di internazionalità che prosegue con il monegasco Tilber, ex navigatore nel mondiale rally, bordigotto da vent’anni e apripista della gara. “Sono molteplici i motivi per essere al via del 25° Rally delle Palme” afferma Sergio Maiga, presidente di ACI Ponente Ligure, l’ente che organizza la gara. “Sicuramente per i piloti locali ottenere un buon
Ronde di Varallo 2008, rally mio ti conosco
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Quella che a tutti sembrava una follia, grazie alla determinazione di Paolo Urban, Massimo Formaggio e Frank Perazzo, e alla competenza di Meme Gubernati divenne un appuntamento di successo in pieno periodo ferragostano. Testo di Tommaso M. Valinotti, foto Magnano/sportnewsimmagini.it – Foto di apertura la Subaru Impreza di De Luca-Bocchio alla Ronde di Varallo VARALLO SESIA (VC), 15 agosto – “Voi siete matti, farete un buco nell’acqua, oltre che nel vostro bilancio”.Questo è il consiglio unanime che ricevettero dal mondo rallistico gli organizzatori della prima Ronde di Varallo, andata in scena sabato 16 e domenica 17 agosto 2008. “Prima di allora i rally ad agosto erano un fenomeno pressoché sconosciuto. Noi siamo stati i precursori di quella tendenza che vede ancor oggi, poche gare nel periodo festivo, ma con diverse eccezioni”. A parlare è Paolo Urban, che insieme a Massimo Formaggio, Frank Perazzo e Meme Gubernati mise a calendario quella gara, più per necessità che per scommessa. “Quando nell’autunno prima partecipammo alla riunione per stilare i calendari rallistici nazionali nella sede della CSAI a Roma, uscendo dalla riunione fui avvicinato da Paolo Fortunati, organizzatore di grande esperienze, che mi chiese cosa stessimo facendo”.In effetti in quegli anni le gare a Ferragosto non esistevano o quasi. L’anno precedente nella data ferragostana si era disputata la Ronde del Riso, organizzata dall’Equipe Vitesse di Massimo Formaggio e Frank Perazzo, con sede a Borgosesia e tratto cronometrato su La Colma, che aveva raccolto l’adesione di 99 concorrenti, e grazie all’innesto di nuove energie provenienti da Varallo Sesia, nel 2008 i vercellesi hanno voluto ripetere l’esperimento.“Quella fu la mia prima esperienza da organizzatore” ricorda oggi Paolo Urban. “A coinvolgermi nell’avventura fu Michele De Luca, un imprenditore con cui collaboravo per lavoro, che aveva interessi economici a Varallo Sesia e, soprattutto grande appassionato di rally”. Michele De Luca, al tempo era coinvolto assieme a Piero Longhi nella gestione della Subaru Impreza WRC della Aimont ed era il vincitore della precedente Ronde del Riso 2007. Non solo, il suo navigatore era il biellese Mauro Bocchio che poteva essere il contatto necessario con Meme Gubernati, storico organizzatore del Rally Lana.“Michele De Luca mi garantì che se non avessimo raggiunto un adeguato numero di iscritti avrebbe coperto una parte sostanziale delle spese e con la follia che sempre è la base di queste avventure ci lanciammo nell’organizzazione dell’evento” racconta ancora Paolo Urban. “Il nostro ragionamento era che la Valsesia era orfana di gare. Il Rally del Rubinetto guardava totalmente alle prove sul Lago d’Orta, mentre il Rally Lana era fermo dopo la tragedia del 2001. Gli appassionati della zona, e non mi riferisco solo ai piloti e navigatori, ma anche ai numerosi commissari di percorso e a gente come Simone Zerbinati che iniziava il percorso per diventare direttore di gara, dovevano sobbarcarsi trasferte impegnative per sfogare la loro passione”.Con molto entusiasmo e fingendo di non sentire i patemi d’animo Urban, Formaggio e Perazzo si misero al lavoro cooptando l’esperto Meme Gubernati che divenne l’uomo di ordine ed esperienza di quella avventura.“Sapevamo anche noi che quella non era una data facile, ma era anche l’unica possibile, dovendo rispettare la regola della distanza dei quindici giorni fra un rally e l’altro in zona”. La Ronde di Varallo si trovò incastrata due settimane dopo il Rally di San Giacomo di Roburent (CN) e due settimane prima il Rally Tartufo (Asti), due gare di grande tradizione.“Ero consapevole che probabilmente non avremmo avuto i ‘macchinoni’ come le WRC e le Super 2000, ma gli appassionati con le piccole ci avrebbero seguito. Almeno lo speravo” sottolinea ancora Urban, che ricorda anche la grande tensione vissuta in quella calda estate del 2008. “Dopo aver aperto le iscrizioni attendevano tutte le mattine con ansia l’arrivo delle raccomandate. Ma di posta ne arriva pochina e io cominciavo a disperare, perché con trenta iscritti nemmeno con l’aiuto di De Luca saremmo riusciti a salvare la gara”.Paolo Urban era, già allora, un rallista esperto, con quasi sessanta gare alle spalle ed analizzò con freddezza la situazione iscrizioni. Mancavano tutti i nomi dei rallisti della zona, che probabilmente attendavano la conferma che la gara si disputasse regolarmente prima di inviare la loro raccomandata. “Infatti ad una settimana dalla chiusura delle iscrizioni un team manager di una scuderia della zona mi disse che aveva una decina di concorrenti e che stava per mandarmi le iscrizioni, ma aveva voluto attendere, temendo che l’annullassimo”. Un altro fenomeno che stava minando la serenità degli organizzatori era il fatto che molti degli iscritti avessero mandato correttamente il modulo di iscrizione, ma non avessero allegato l’assegno di pagamento.“Facemmo un giro di telefonate dicendo che avevamo un bel numero di iscritti e che potevamo permetterci di lasciare a casa chi non aveva allegato l’assegno”.La prima Ronde di Varallo fu un successo raccogliendo ben 99 iscritti alla sua prima edizione; la gara vide la vittoria di uno dei suoi promotori, ovvero Michele De Luca che con Mauro Bocchio sulla Subaru Impreza WRC precedette le due Clio Maxi dei fratelli Vanni e Lorenzo Maran, e la vettura gemella di Stefano Romagnoli e Luca Costantini.“Ovviamente nessuno di noi prese parte alla gara come concorrente. Io rimasi tutto il giorno in direzione gara seguendo ansiosamente gli eventi con il timore che accadesse qualcosa di brutto, che non accadde e domenica sera potemmo festeggiare trionfalmente nella piazza di Varallo il podio dei vincitori”.La ronde ferragostana di Varallo prese piede e divenne un appuntamento e l’anno successivo vide al via 119 concorrenti, fra i quali tre equipaggi su una WRC, con il successo che arrise ancora alla Subaru di De Luca- Bocchio. “In quell’anno abbiamo dovuto effettuare il sorteggio per esubero di concorrenti in quanto la CSAI non ci diede la proroga” dice ancora dispiaciuto Urban.La terza edizione ha un’integrazione di nome aggiungendo alla dicitura Ronde di Varallo anche la città di Borgosesia, spinti dall’allora sindaco della cittadina, l’onorevole Gianluca Buonanno che spingeva per un coinvolgimento della capitale della vallata. Anche questa terza edizione fu un successo ferragostano con 95 iscritti e vittoria
BUON FERRAGOSTO
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Ivan Carmellino, il re del ghiaccio conquista anche l’asfalto
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In questa stagione il pilota valsesiano rinuncia alle gare su ghiaccio per concentrarsi nei rally di zona, diventando immediatamente il concorrente di riferimento. Testo di Tommaso M. Valinotti, foto Magnano/sportnewsimmagini.it SCOPA (VC), 5 agosto – Scopa è un piccolo paese della Val Sesia di quattrocento abitanti circa, con l’aria fresca grazie ai suoi 600 metri di altitudine e si respira bene anche in questa focosa estate 2024. Scopa è anche un paese vicino al massiccio del Monte Rosa, che con i suoi 4634 metri di altitudine è la seconda vetta più alta d’Europa, perennemente innevata. Ghiaccio e auto da corsa hanno sempre fatto parte dell’universo di Ivan Carmellino, classe 1990, pilota detentore di dieci titoli italiani su ghiaccio e che nel 2024 sta facendo faville nei rally piemontesi. “Mi è praticamente impossibile ricordare quando il mondo delle corse è entrato nella mia vita. Quando ero piccolissimo mio padre Silvano si prendeva una settimana di ferie per andare a fare il commissario di percorso al Rallye di Sanremo e quelle erano le vacanze per tutta la famiglia. Per lui, per mia madre Delia, per mia sorella Marina, di due anni più giovane, e naturalmente per me. Andavamo via in tenda, tutta la famiglia assieme e si trascorrevano giorni meravigliosi”. Ovviamente a Silvano Carmellino non basta sventolare le bandiere sulle strade dell’entroterra di Ponente e si cimenta come pilota in qualche Formula Challenge, gare di Velocità su Ghiaccio e su Terra, fatto che lo porta a incontrare quel vulcano di idee che era Paolo Meneghetti da Ivrea che a inizio millennio organizzava le gare di Velocità su Ghiaccio, basate soprattutto a Pragelato, che già si rendeva conto che il riscaldamento climatico o chi per esso avrebbe reso sempre più difficile trovare il fondo adatto per organizzare un trofeo. “Paolo Meneghetti coinvolse mio padre Silvano nella realizzazione di una pista a Riva Valdobbia che con i suoi 1300 metri di altitudine prometteva basse temperature, quindi un buon innevamento e la possibilità di disputare tutta una serie di gare durante l’inverno”. E fu così che nacque l’Ice Rosa Ring di 980 metri, un toboga tutto curve a saliscendi dove poter disputare gli appuntamenti di quella che allora si chiamava ICE-Cup, divenuta poi ICE-Challenge. L’esordio di Ivan Carmellino avviene con le moto da enduro, ma, complice Giampaolo Ravera, subentrato a Paolo Meneghetti nella gestione dell’ICE-Cup, si ritrova al volante di una vettura da corsa nelle gare su ghiaccio. “Il ragionamento di Ravera è stato lapalissiano. Hai delle macchine da corsa, hai una pista da ghiaccio a tuta disposizione, perché non confrontarsi con cronometro e avversari!” Ivan Carmellino dimostra subito di saperci fare e già nella stagione invernale 2008-2009 (la prima in cui può correre avendo compiuti i fatidici diciotto anni nel settembre precedente), vince il titolo italiano Due Ruote Motrici con una Delta Proto. Da allora i titoli italiani conquistati sarebbero stati dieci, di cui uno di Velocità su Terra, gli ultimi tre dei quali nel 2021, 2022 e 2023 con una Skoda Fabia di Roger Tuning R5/Rally2, vettura simile a quella che usa nei rally in questi giorni. E Giampaolo Ravera è anche l’artefice del suo ingresso nelle prove speciali, che avviene nel 2010 nel rally di casa il Varallo-Borgosesia con una Clio Williams Gruppo A concluso sesto assoluto e quarto di Classe FA7 a fianco dell’esperto Guido D’Amore. “Grazie alla sua attività di giornalista per TuttoRally, Ravera aveva contatti con tutti i protagonisti del mondo rallistico non solo italiano e aveva capito che avrebbe dovuto affiancarmi con un navigatore esperto e di talento come Guido d’Amore (che in quell’anno navigava piloti del calibro di Umberto Scandola, Luca Betti e Marco Simoncelli nelle sue due apparizioni rallistiche) per contenere il mio esuberante entusiasmo giovanile”. L’attività rallistica di Ivan Carmellino prosegue però a rilento, in quanto il valsesiano è tutto concentrato nelle gare su ghiaccio destinando a questa specialità l’intero budget a sua disposizione. Eccolo quindi disputare nel 2014 il secondo rally, in realtà il World Master Racing sulla pista di Franciacorta (BS) con la Ford Fiesta R5 di Michele Bernini. Dimostrando di essere a suo agio con le grandi potenze (abituato ai prototipi da 400 cavalli e oltre del ghiaccio) chiudendo sesto assoluto. E tornare l’anno dopo al Rally di Varallo con una Grande Punto S2000 sempre di Bernini, affiancato da Elio Tirone. “La gara stava andando bene, eravamo secondi assoluti dietro a una più performante Fiesta R5 dei locali Lombardi-Urban, con i quali lottavamo sul filo del secondo, avendo vinto anche una speciale quando la Punto si ruppe e dovemmo tornarcene a casa”. In quella gara inizia il sodalizio di Carmellino con Elio Tirone che dura tutt’ora. “A presentarmelo fu Adriano Zanatta della New Drivers Team, scuderia per la quale già allora correvo e per cui corro anche adesso, e ci trovammo subito bene”. La nuova partnership però dura poco, perché due anni dopo, in famiglia c’è qualcuno che pretende un posto da navigatrice. “Mia sorella Marina (oggi compagna del pluricampione italiano Andrea Crugnola). Essendo crescita in una famiglia come la nostra non c’era da aspettarsi nulla di diverso”. I fratelli Carmellino, anzi fratello e sorella Carmellino sono subito da alte vette di classifica e al Città di Varallo-Borgosesia 2017 concludono secondi assoluti con una Fiesta R5, grazie a una veemente rimonta che li porta a segnare il miglior tempo in tre delle ultime quattro prove speciali. E Marina non molla il sedile neppure l’anno successivo, quando Ivan Carmellino si presenta al via del Rally Lana con la Škoda Fabia di Roger Tuning imponendo la sua legge in tutte e sette le prove speciali. Con Marina corre ancora altre sette gare fino al Lana 2021, conquistando come miglior risultato il doppio quarto posto di Lana e Rubinetto 2021. Poi gli impegni della sua nuova famiglia, impediscono a Marina di risalire in auto e sul sedile di destra delle avventure rallistiche di Ivan Carmellino torna l’astigiano Elio Tirone a partire dal Castiglione 2023, concluso anzitempo per un problema meccanico alla Škoda Fabia