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MILLIONAIRE RACING TEAM 2025: PASSIONE, IMPEGNO E NUOVE SFIDE

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Ott Tänak (EST) and Martin Järveoja (EST) of team HYUNDAI SHELL MOBIS WORLD RALLY TEAM perform during World Rally Championship Sardinia in Alghero, Italy on May 31, 2024 // Jaanus Ree / Red Bull Content Pool // SI202405311675 // Usage for editorial use only //

Rally Italia Sardegna: pronta la 22ma edizione

Un fine settimana da leoni per Marco Pollara (Sosio) Antonio Di Lorenzo (Sosio storico), Federico Bottoni (Benaco) Bernardino Marsura (Benaco Storico) e Stefano Zambon (Castelletto)

Un fine settimana che, oltre all’appuntamento tricolore in Val d’Orcia, ha presentato tre rally moderni e due storici dalla tipologia diversa, ma ugualmente affascinante. Coppa Rally di Zona in Sicilia. Rally Nazionale in Veneto e Rally Circuit in Lombardia. Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano   CHIUSA SCALFANI (PA), 7 aprile – Gli organizzatori siciliani sono probabilmente superstizioni. Per questo motivo la **** edizione del Rally Valli del Sosio, valida come prova di apertura della Coppa Rally Nona Zona, è stata denominata 16+1 per non incappare in quella numerazione che, secondo molti, potrebbe portare sfortuna. Chi non ha avuto problemi di superstizione è stato Marco Pollara che, affiancato da Maurizio Messina ha portato la sua Škoda Fabia al successo per lui il quarto in carriera nella gara di casa facendo sue tutte le nove prove speciali. Alle sue spalle si è classificato Giuseppe Di Giorgio affiancato da Gianfrancesco Rappa, secondo in tutte le prove speciali. Medaglia di bronzo per Antonio Damiani, con Saro Merendino al quaderno delle note, che non ha faticato a prendere subito confidenza con la Škoda Fabia R5 arrivando dalla Peugeot 208 Rally4. Un bel salto. Per lui una terza piazza ampiamente meritata e conquistata come terza forza per tutto l’arco della gara. Conclude il poker di Škoda Fabia la vettura di Francesco Tuzzolino e Francesco Pitruzzella che riescono a chiudere quarti, e lo sono stati per tutta la gara, nonostante un problema a un manicotto della turbina nel terzo passaggio sulla speciale di Prizzi. A seguire la Peugeot 208 Rally4 di Bartolomeo Mistretta e Gaspare Beninati, quindi la Mitsubishi Lancer di Agostino Craparo e Giovanni Lo Verme, che ha preceduto la Piccola Peugeot 106 Rallye dei funambolici Salvatore Scannella-Francesco Galipò. Degli 83 equipaggi verificati, 55 hanno visto la pedana di arrivo   Antonio di Lorenzo imita Pollara fra le storiche. Gara a senso fra le storico con Antonio Di Lorenzo e Franco Cardella su Porsche 911 SC di Terzo Raggruppamento che staccano il miglior tempo in sette delle n ove prove speciali, prendendo il comando nel primo passaggio della San Carlo mattutina. Inizialmente il comando delle operazione era stato preso da Giuseppe Termine e Onofrio Musso, su Porsche 911 RS di Secondo Raggruppamento, che lo hanno mantenuto per due prove, per poi essere costretti al ritiro nella quinta prova. La seconda speciale, Sant’Anna, è andata alla Porsche 911 Carrera di Giovanni Spinnato e Fabio Mellina, anche loro costretti al ritiro dopo sei prove. Il podio, alle spalle di Di Lorenzo-Cardella, è stato completato dalla Porsche 911 SC di Modica-Messina che hanno avuto agevolmente ragione della Peugeot 205 GT di Emanuele De Meo e Anna Maria La Mattina, protagonisti di un’ottima gara in crescendo.     Bottoni profeta in patria la Benacus. Il Benacus Rally porta bene a Federico Bottoni e Sofia Peruzzi che in sette partecipazioni sono sempre tornati a casa con una coppa. Due vittorie assolute (2024 e 2022) un secondo posto nel 2021 e quattro vittorie di classe, quando non disponeva di una vettura da assoluto. Un bel palmares per l’equipaggio portacolori della Scuderia Palladio, che anche nell’edizione 20024 della risorta gara veronese ha spadroneggiato conquistando cinque delle sei prove speciali, lasciando la sesta e ultima per appena 6/10 a Rudy Andriolo-Manuel Menegon, che hanno occupato la seconda piazza sul podio di Caprino Veronese, inseguendo la Volkswagen Polo di Luca Pedersoli e Luca Beltrame per le prime cinque prove speciali, prima del ritiro del pilota bresciano, a causa di un’uscita di strada. A seguire la terza Škoda Fabia di Michele Degani e Alessandro Andrioda, assente dalle prove speciali da quasi due anni, che ha completato un podio tutto boemo, e che ha visto la Fabia occupare le prime otto posizioni della classifica assoluta, fra le quali quella dei tedeschi Gerhard Christofer affiancato da Jacqueline Kaiser. Prima di arrivare al bel duello fra le due Clio di Mattia Targon e Anna Dusi (Clio S1600) e quella di Damiano Schena-Mattia Zambelli (Clio Maxi K11) alla fine divisi da appena 5”6 sul traguardo dopo un bel duello che ha portate le due berlinette della Regié a chiudere fra i migliori dieci dell’assoluta. Dei 45 equipaggi iscritti hanno concluso in 35. Oltre a Pedersoli si è fermata per uscita di strada anche la Škoda Fabia di Giovanni Costenaro e Christian Ronzani, che ha costretto la direzione gara a far percorrere in trasferimento la prima speciale di domenica mattina alla maggior parte dei concorrenti.   Bernardo Marsura batte cinque nelle storiche. Vittoria di forza del trevigiano Bernardino Marsura, affiancato da Massimiliano Menin che mostra i muscoli della sua Porsche 911 RSR avendo ragione della BMW M3 di Riccardo Scandola (all’esordio fra le storiche e assente dalle gare dal 2018) affiancato da Alessandro Campedelli che pagano ala vincitore 20”5, facendo loro il Quarto Raggruppamento. Che hanno avuto ragione in tutte le prove della Ford Escort RS di Secondo Raggruppamento di Marco Canteri-Nicola Valbusa, che hanno dovuto impegnarsi al massimo per conquistare il terzo gradino del podio ai danni della BMW M3 di Riccardo Bianco e Matteo Valerio, superati per soli 5”9.   Doppio podio per le Citroën C3 WRC Plus – Ormai ridotte a poche unità sul territorio nazionale, le WRC Plus non perdono occasione per dettare legge appena ne hanno la possibilità. Come hanno ampiamente dimostrato all’8° Motors Rally Show Pavia, uno degli ultimi Rally Circuit rimasti a calendario, gare che condensano spettacolo e facilità di gestione in un solo fine settimana. Successo senza difficoltà per Stefano Zambon che ha chiamato al quaderno delle note, e probabilmente anche al volante, il campione italiano in carica Andrea Crugnola (uno che di Citroën C3 se ne intende) che si sono concessi il successo in quattro delle sei prove speciali, e un’unica divagazione nella ghiaia sabato alla Shake Down. Poi tutto è filato liscio, anche se hanno dovuto attendere la prima prova di domenica mattina (terza della gara) per prendere il comando delle operazioni, che hanno mantenuto fino al termine. Più accesa la lotta per la seconda posizione, andata all’altra

Rally Val d’Orcia, ripassa lo straniero. Lucky fa sue le storiche

Seconda gara del Campionato Italiano Rally Terra e seconda vittoria di equipaggi oltreconfine. In Toscana il successo va al paraguaiano Fabrizio Zaldivar, con gli stranieri hanno fatto il bello e cattivo tempo, guidando la classifica dal primo all’ultimo metro. Tommaso Ciuffi è terzo e migliore degli equipaggi tricolore, mentre Lucky fa suo perentoriamente la gara storica Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano   RADICOFANI (SI), 7 aprile – Doveva essere la rivincita di Foligno, almeno per i colori nazionali, ma così non è stato. Anche al Rally Val d’Orcia gli stranieri hanno fatto il bello e cattivo tempo, dominando la gara dal primo all’ultimo metro conquistando le prime due posizioni assolute. Che potevano essere l’intero podio senza il cappottone di Mikko Heikkilä, affiancato da Francesco Pezzoli, nell’ultima prova speciale. Gara corta e nervosa, di soli 75,08 km (come ormai sono tutte le gare sull’italico suolo) e prove speciali ancor più brevi (solo il doppio passaggio di sabato sera sulla San Casciano Bagni era di 14,21 km, mentre le sette prove di domenica raggiungevano una lunghezza massima di 8,44 scendendo addirittura a 3,62 nella Radicofani La Rocca) ha visto distacchi molto contenuti. Il rally è vissuto su un confronto serrato fra il 23enne paraguaiano Fabrizio Zaldivar (sconosciuto in Italia, ma vincitore del CODASUR 2023, il campionato continentale del Sud America) con al suo fianco l’argentino naturalizzato italiano Marcelo Der Ohannesian, che le prove speciali italiane le ha calcate in più di una occasione. A contendergli la vittoria Mikko Heikkilä con la sua Toyota Yaris con la quale aveva fatto il bello e cattivo tempo e il figlio d’arte italiano con licenza rumena Simone Tempestini, affiancato dal connazionale Sergiu Itu. Fra questi tre è stata battaglia vera con continui scambi di posizione che hanno visto Heikkilä andare al comando imponendosi nella prima prova di sabato sera, subito scalzato da Simone Tempestini nella ripetizione della San Casciano Bagni andando al riposo in vetta alla graduatoria condividendo il primato con Zaldivar e un vantaggio di 3”9 su Heikkilä. Domenica grande battaglia  con Zaldivar che andava in testa alla quinta prova speciale, superato nella successiva da Heikkilä per tornare ai vertici dopo la penultima prova. Quando mancavano appena 3,62 km di prova speciale Zaldivar conduceva con 1”7 su Heikkilä e 3”4 su Tempestini. Vittoria in tasca? Sì, no. Forse. A sciogliere i dubbi ci pensava il finlandese che si metteva la sua Toyota per cappello e si fermava lì. E gli italiani? Il migliore risultava Tommaso Ciuffi con Pietro Cigni al quaderno delle note che, dopo un avvio meno convincente il sabato sera (sesto tempo assoluto in entrambi i passaggi), volgeva a suo favore il duello con Alberto Battistolli affiancato da Simone Scattolin. Grazie a una bella rimonta nella giornata di domenica nella quale il toscano siglava tre volte il miglior tempo di speciale ed era sempre a contatto dei primi, mentre il vicentino, vincitore del primo passaggio sulla Sarteano, perdeva leggermente il ritmo nel finale facendosi superare dal fiorentino. Sesta piazza per il rientrante Umberto Scandola con Paolo Cargnelutti alle note, che si toglieva la soddisfazione di vincere la Sarteano-2 a 23”1, quindi più staccati Enrico Oldrati-Giacomo Ciucci a 52”9. Il Val d’Orcia ha detto chiaramente che per andare forte sulla terra bisogna passare molto tempo in macchina, meglio se in rally lunghi e impegnativi (che in Italia non abbiamo). Zaldivar è alla sua quarta gara stagionale, con un  Rally di Svezia disputato. Stessa situazione per Heikkilä, che ha disputato fra l’altro l’Artic e lo Svezia, mentre Tempestini era al suo esordio stagionale, ma lo scorso anno ha preso parte a dodici rally, in prevalenza del campionato europeo. Le gare italiane su terra, come da tradizione, sono molto appetite dagli equipaggi stranieri. Su ottantatré iscritti alla gara toscana quindici avevano licenza estera (Romania, Finlandia, Francia, Germania, Argentina, Norvegia, Svizzera, Slovenia e Grecia) ai quali aggiungiamo il sammarinese Jader Vagnini e il “giapponese” Aronne Travaglia. Un motivo ci sarà. Che la Škoda Fabia sia la mattatrice dei nostri elenchi iscritti lo dimostra il fatto che erano 33 i piloti al via con la berlinetta boema, mentre è molto vivace la lotta fra i produttori di pneumatici con le prime quattro posizioni occupate da Pirelli (prima e terza) Michelin (seconda) e MRF quarta. Un buon segno di salute.   Lucky, un uomo solo al comando fra le storiche. Non c’è stata storia nel 5° Rally Storico della Val d’Orcia con la Delta HF Integrale di Lucky-Fabrizia Pons che ha imposto perentoriamente la sua legge vincendo tutte le prove speciali, tranne l’ultima andata (Radicofani di appena 3.620 metri) ad Andrea Succi, quando il vantaggio del vicentino era incolmabile. Bella lotta per la seconda posizione che ha visto il confronto serrato fra la Ford Escort di Bruno Pelliccioni-Lorenzo Ercolani e la BMW M3 di Andrea Succi-Fabio Graffietti, conclusasi a favore del primo per appena 1”1 nonostante il colpo di reni del pilota della berlinetta bavarese. Quarta piazza per la Ford Escort di Andrea Tonelli-Roberto Debbi che non hanno avuto problemi a controllare la Delta HF di Riccardo Errani-Emanuele Mischi.    

Il solito Elwis Chentre al Vigneti Monferrini. Sergio Mano lo imita fra le storiche

Il pilota valdostano si impone con autorevolezza dopo che le prime due prove erano state appannaggio della muscolosa Citroën DS3 WRC di Alessandro Gino. Gara tesissima a livello di classifica con Jacopo Araldo secondo davanti a Luca Arione. A Marco Varetto le Due Ruote Motrici. Sergio Mano vince lo storico con la sua Toyota Celica ST 165 imponendosi in tutte le prove meno una, la Canelli-3, nella quale sceglie di dare spettacolo e spettacolo fa nella inversione delle Bocchino. Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano CANELLI (AT), 24 marzo – Sulla carta il grande favorito era Alessandro Gino. In realtà ha vinto Elwis Chentre, Vittoria meritatissima quella del pilota valdostano, che si è trovato a lottare con un nugolo di avversari scatenati, guidati dal locale Jacopo Araldo. Ma nulla avrebbe potuto fare contro lo strapotere tecnico della Citroën DS3 WRC di Alessandro Gino, una vettura che ha calcato le scene del mondiale e non trova avversari nella Coppa Rally di Zona. Nonostante questa superiorità tecnica e nelle prime due prove speciali il pilota cuneese, affiancato da Daniele Michi, avesse accumulato un vantaggio di 12”4, ha compiuto un errore, uno dei suoi rarissimi errori, e da quel momento quella che era la lotta per la medaglia d’argento (e i punti della Coppa Rally di Zona) si è trasformata nella lotta per la vittoria. Alle fine ha prevalso Elwis Chentre, affiancato da Federico Boglietti sulla Škoda Fabia evo curata da Mario D’Ambra, che è partito con cautela su strade velocissime e ricoperte di polvere, fortunatamente asciutta e quindi non dal fango delle rocche scivolosissimo e infido, per poi attaccare duro dalla terza prova in avanti, la Loazzolo, segnare il miglior tempo e prendere il comando della gara. Mantenendolo sino al podio finale di Canelli, grazie a un martellamento impressionante che lo ha visto siglare il miglior tempo in altre quattro prove speciali e staccare il secondo in altre due, fra le quali quella finale, affrontata ormai con prudenza quando il tattico Chentre ha deciso che non valeva la pena rischiare, avendo ormai 6”8 di vantaggio su Araldo, diventati 7”2, al traguardo. Alle spalle del pilota di New Driver’s Team si è classificato il velocissimo locale Jacopo Araldo, con Lorena Boero al quaderno delle note, alla seconda esperienza con la Škoda Fabia RS di Munaretto, seconda forza in campo dall’inizio alla fine. Araldo, inizialmente, è stato il principale inseguitore di Gino, poi si appiccicato a Chentre, riuscendo a salire sul secondo gradino del podio, nonostante alle sue spalle la muta degli inseguitori fosse scatenata, togliendosi la soddisfazione di vincere la speciale che transita proprio sul portone di casa sua. Il podio è stato completato dalla Škoda Fabia evo di Luca Arione e Luca Culasso, che pagano 22”9 a Chentre (e 15”2 ad Araldo) ma devono lottare con i denti contro gli altri pretendenti al podio, tutti vicinissimi al punto che la classifica finale dice che fra Arione (terzo) ed Ezio Grasso (settimo) ci sono appena 11” di distacco. Un’inezia. Seguono Federico Santini, che ha chiamato al quaderno delle note della sua Škoda Fabia di Trico la sorella Tatiana, che ha preceduto di appena 5/10 Patrick Gagliasso-Dario Beltramo, Škoda Fabia evo Roger Tuning, che si erano presentati al via dell’ultima prova con lo stesso tempo dei fratelli toscani. Nella Loazzolo che chiudeva i giochi Santini-Santini compiono il loro capolavoro di giornata vincendo la speciale davanti a Chentre per 2/10 e lasciando Gagliasso a 5/10. Il quarto posto è loro e con quello anche il successo di Raggruppamento nel Michelin Trofeo Italia. A seguire nella bagarre ravvicinata si classificano Massimo Marasso-Tiziano Pieri a 6”2 da Gagliasso che viaggiano con un passo da podio, ma pagano il battito di ciglia perso nella seconda prova speciale quando compiono un dritto; quindi il vincitore della scorsa edizione Ezio Grasso, ora come lo scorso anno con Marco Icardi al quaderno delle note, che viene scavalcato per 6/10 dall’enologo di Neive proprio nell’ultima speciale. Ottava piazza per la concreta Patrizia Sciascia, alla prima esperienza sulle difficili prove monferrine e per la prima volta affiancata da Roberto Longo. Due Ruote motrici, nessuno ferma il marziano Varetto. Grandissima gara di Marco Varetto, come sempre con Vittorio Bianco al quaderno delle note alla sua prima esperienza con Peugeot 208 Rally4, che si prende il lusso di segnare il miglior tempo non solo di classe ma anche di Due Ruote Motrici nelle prime otto delle nove prove speciali, lasciando l’ultima (lo ha consigliato Chentre?) ad Andrea Grammatico in classe e Matteo Ceriali, fra le tutto avanti. E proprio Ceriali è stato un altro dei concreti protagonisti della giornata, con la fidanzata Vanessa Lai sul sedile di destra e per la prima volta sulla Clio S1600 curata da Erreffe. Tempi interessanti, ma soprattutto molto lavoro per l’equipaggio valsusino per conoscere la vettura e affinarla nel miglior modo possibile per affrontare poi il rally dell’Elba, quando i giovani portacolori di New Racing for Genova dovranno lottare per conquistare i punti dell’IRC. Dei 140 iscritti alla gara moderna hanno terminato in 102 concorrenti. Rally Monferrini storico, lo spettacolare Sergio Mano scalda i muscoli in vista della Trofeo Rally di Zona. Buona partecipazione alla prima edizione del Rally Monferrini Storico, con 21 equipaggi che hanno dato la loro adesione. Successo ampiamente previsto di Sergio Mano e Luca Versino con la loro Toyota Celica GT-4 che hanno siglato il miglior tempo in otto delle nove prove speciali in programma, lasciando solo la Canelli-3 alla BMW M3 di Franco Volpino e Simona Albesiano. “Fin da prima della partenza della prova ho detto a Luca che nell’inversione della Bocchino avremmo dato spettacolo” racconta Sergio Mano sul palco di Canelli. E così è stato con la Toyota impegnata in tutta una serie di tondi a ruote fumanti che hanno divertito il pubblico ancora molto fitto e riavvicinato alla passione dei rally. I 13”6 persi da Volpino, con un tempo di oltre 27” rispetto al passaggio precedente non hanno compromesso la classifica di Mano-Versino che alla fine hanno conquistato il successo

Al Ciocco continua il dominio di Andrea Crugnola, al Sulcis è sempre l’ora di Marino Gessa

Il CIAR riprende con gli stessi protagonisti dello scorso anno con il varesino dominatore, mentre Gianandrea Pisani fa suo il Due Ruote Motrici. Osservati speciali Giandomenico Basso, all’esordio con la nuova Toyota GR Yaris e i pneumatici MRF Tyres. In Sardegna Marino Gessa ripete di forza il successo del 2023. Grande gara di Andrea Pisano, primo fra le Due Ruote Motrici. Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano   CASTELNOVO GARFAGNANA (LU), 17 marzo – Dove era rimasti? Che Andrea Crugnola e Pietro Ometto stavano monopolizzando il Campionato Italiano Assoluto Rally-Sparco con la loro Citroën C3 Rally2 davanti a Giandomenico Basso e Lorenzo Granai. Nel Due Ruote Motrici dominava Gianandrea Pisani con la Peugeot 208 Rally4. E al Ciocco 2024 come finisce? Che Andrea Crugnola e Pietro Ometto con la Citroën C3 Rally2 vincono davanti a Giandomenico Basso e Lorenzo Granai, con Gianandrea Pisani che fa il bello e il cattivo tempo nel Due Ruote Motrici. Si sono fermate le lancette dell’orologio? Probabilmente no. Andrea Crugnola e Pietro Ometto hanno vinto la gara garfagnina come lo scorso anno, addirittura dominando dalla prima all’ultima prova, vincendone nove su undici, cosa che l’anno scorso non avevano fatto (solo ottavi nella Power Stage e primi in sette prove su dieci). Qualcosa è cambiato è invece la situazione alle spalle del varesino, situazione che vede Basso-Granai secondi (assenti al Ciocco dello scorso anno) ben più motivati rispetto alla scorsa stagione grazie all’accasamento in casa Toyota con quella GR Yaris che ha già fatto faville non solo in giro per l’Europa, ma anche in Italia con Mikko Heikkilä che si è imposto nel Foligno su terra dello scorso fine settimana. Le future gare del CIAR, a cominciare dal prossimo Rally del Piemonte di fine aprile, probabilmente ci mostreranno un duello più serrato ai vertici, visto che la Yaris è una vettura sviluppata direttamente dalla Toyota ufficiale, mentre la C3 si aggrappa alla voglia di correre della filiale italiana di Peugeot-Citroën (o Stellantis che dir si voglia) e la genialità della famiglia Fabbri che sta succhiando tutto il possibile dall’immortale francesina. Il Rally il Ciocco ha messo in luce una bella battaglia fra la Toyota di Basso e la Škoda Fabia RS di Simone Campedelli e Tania Canton, entrambe gommate Pirelli, che hanno viaggiato di conserva per tutta la gara con il vicentino che in ogni prova rosicchiava qualcosa a Campedelli potendo così allungare senza mai riuscire a ottenere un vantaggio di sicurezza. Ottima la prestazione di Andrea Nucita, con Rudy Pollet al quaderno delle note, che ha saputo far volare la Hyundai i20 N Rally2, una vettura quasi desaparecida dagli elenchi iscritti dei rally italiani (fra le 35 Rally2 iscritte alla gara toscana troviamo 23 Škoda Fabia, sette Citroën C3, una Toyota GR Yaris, due Volkswagen Polo GTI e due Hyundai i20 N), che il siciliano ha saputo portare a ridosso del podio con tempi di sicuro interesse, unico che sia riuscito a bagnare il naso a Crugnola in due prove speciali. Bella la lotta per il successo nel Promotion con la vittoria che alla fine premia Marco Signor e Daniele Michi, autori di una bella rimonta nella seconda fase di gara, vincendo una sola prova speciale, ma essendo sempre costanti sui loro tempi. Alla fine hanno preceduto Luca Bottarelli e Manuel Fenoli di 12”6 e Giacomo Scattolon-Gabriele Zanni, di 23”2. Ritirato Rudy Michelini per uscita di strada. Chi stava facendo faville sia nella classifica generale, sia nel Promotion è lo sloveno Bostjan Avebeli, con il connazionale Damijan Andrejka dettare le note sulla Škoda Fabia curata da Munaretto che era quarto assoluto e primo di Promotion, in lotta con Bottarelli, prima di forare sulla Renaio-2, lasciando 1’13” a Roberto Daprà (altra bella conferma della gara con il quarto posto nel Promotion) vincitore della prova, la leadership di Promotion e i sogni di gloria. Alla fine l’equipaggio sloveno ha chiuso 18° assoluto e nono di Promotion, poco rispetto a quanto fatto vedere in gara. Il Due Ruote Motrici ha visto come incontrastato dominatore Gianandrea Pisani, qui affiancato da Massimo Moriconi, già vincitore del CIAR 2RM dello scorso anno e della precedente edizione del Ciocco 2RM, che non ha permesso a nessun avversario di avvicinarsi relegando i secondi classificati Christian Lucchesi-Cosimo Ancillotti a 1’41”2, che hanno preceduto di un soffio (2”1) Gabriel Di Pietro e Andrea Dresti, dopo una battaglia durata tutta la gara. Infine era interessante osservare la battaglia fra i produttori di pneumatici, che da il Ciocco vede impegnata anche sull’asfalto MRF Tyre. Pirelli ha monopolizzato il podio con otto classificati fra i primi dieci, Michelin con il solo Nucita in quarta posizione, mentre l’esordio di MRF Tyres è stato positivo con corrucciato Andreucci (per la vettura e non per i pneumatici) in settima posizione e Andrea Mabellini in decima, soddisfatto sia delle gomme sia della vettura, anche se deve ancora prenderci la mano, visto che era la prima volta che guidava la versione RS della Škoda Fabia.   Marino Gessa fa il Crugnola del Sulcis-Iglesiente. Marino Gessa e Salvatore Pusceddu, Škoda Fabia Rally2 evo, ripetono il risultato dello scorso anno nella gara sarda, segnando il miglior tempo in cinque delle dieci prove speciali, mantenendo il comando dal primo all’ultimo metro della seconda edizione del Rally del Sulcis-Iglesiente, che il portacolori di Sardegna Racing aveva già conquistato lo scorso anno, con le stesse modalità. Alle spalle del pilota locale Auro Siddi-Giuseppe Maccioni (vincitori di tre speciali e secondi classificati a 17”5) e gli astigiani Loris Ronzano-Gloria Andreis (due speciali per loro e terzo gradino del podio a 46”0 dalla vetta). La gara, apertura della Coppa Rally di Zona di decima zona, ha messo in luce anche un altro equipaggio sardo, quello formato da Andrea Pisano e Salvatore Musselli, che ha detto legge fra le Due Ruote Motrici, vincendo tutte le prove speciali di RM2 con la propria Peugeot 208 Rally4, chiudendo la gara con un vantaggio di 1’48”9 su Roberto Cocco e Sergio Deiana, oltre a conquistare la sesta piazza assoluta.

La terra di Foligno parla Finlandese, Il Bardolino Veronese

  Il primo appuntamento del Campionato Italiano Rally Terra vede il perentorio successo del finnico Mikko Heikkilä, e l’esordio nelle prove speciali italiane Toyota GR Yaris Rally2. Nella gara storica successo di Lucky-Pons. Federico Bottoni e Sofia Peruzzi salgono sul gradino più alto del podio a Bardolino. Testo di Tommaso M. Valinotti, Foto Magnano   FOLIGNO (PG), 10 marzo – È un po’ come pretendere di vincere a rugby contro gli All Blacks neozelandesi. Puoi sognarlo, ma nella realtà dominano loro. Rallisticamente parlando sperare di battere i finlandesi sui fondi sterrati e viscidi è altrettanto utopico. E a calare nella rigida realtà dei fatti ci ha pensato il 32enne Mikko Heikkilä, affiancato da Kristian Temonen, che si è imposto nel 3° Rally Città di Foligno facendo sue otto prove su nove (ha lasciato l’iniziale Scopoli ad Alberto Battistolli per 4/10, ma si era imposto anche nella qualifyng stage di sabato). E si ha un bel dire che il finlandese è un frequentatore del mondiale e che nella stagione 2024 è già alla sua terza gara, tutte sulla Toyota GR Yaris Rally2, curata da StepFive Motorsport gommata Michelin, ma il suo passo è stato impressionante. Agli altri non è rimasto che lottare per la seconda piazza tenuta saldamente in mano fin dall’inizio da Alberto Battistolli e Simone Scattolin, Škoda Fabia RS Rally2, che ha sempre avuto ragione del rientrante Umberto Scandola con Paolo Cargnelutti al quaderno delle note sulla Škoda Fabia di PA Racing.   Al Foligno, prima prova del Campionato Italiano Rally Terra, erano iscritti 84 equipaggi, di cui 51 hanno visto il traguardo. La gara ha visto anche alcuni ritiri eccellenti, a cominciare da Stefano Bizzarri e Luisa Laneri usciti rovinosamente di strada con la loro Citroën C3 Rally2 nel corso dello Shake Down. Uscita di strada anche per Tommaso Ciuffi e Pietro Cigni, Škoda Fabia Rally2 evo, sulla seconda prova speciale dopo aver segnato il terzo tempo assoluto nella speciale di avvio. L’insidioso fondo del Rally di Foligno è costato il ritiro anche a Enrico Oldrati-Giacomo Ciucci e Angelo Pucci Grossi-Francesco Cardinali nel secondo passaggio sulla Scopoli. Il rally di Foligno è stato anche una sfida fra i costruttori di pneumatici con Michelin, MRF e Pirelli che hanno occupato nell’ordine i tre gradini del podio.     Lucky e Fabrizia Pons hanno sfruttato a pieno le quattro ruote motrici della loro Delta Integrale conducendo dal primo all’ultimo metro il 1° Rally Storico Città di Foligno, prova di apertura del Campionato Italiano Rally Storici Terra.     Rally del Bardolino, Bottoni fra pochi ma buoni – Sono stati coraggiosi gli organizzatori del 4° Rally del Bardolino a portare avanti la loro gara, dopo un anno sabbatico, pur avendo solo 77 equipaggi iscritti, spalmati su tre specialità diverse. Il successo, come già accaduto nel 2022, è andato a Federico Bottoni-Sofia Peruzzi, che hanno fatto loro sei delle nove prove speciali, conquistando la testa della classifica fin dalla prima speciale di sabato mattina, dopo aver chiuso il doppio passaggio sulla corta Rally Club Bardolino della sera precedente con un ritardo di appena 6/10 dal sorprendente Under 25 Jacopo Facco-Nicola Doria, Škoda Fabia Rally2 che nella seconda giornata di gare ha battagliato con l’Over 55 Mauro Miele con Luca Beltrame sul sedile di destra, avendone definitivamente ragione per 36”6. Fermo anzi tempo Luca Pedersoli, che condivideva con Corrado Bonato la per lui nuova Volkswagen Polo GTI Rally2, in vista di futuri impegni tricolori, quando era saldamente sul podio e in lotta con Facco per la seconda posizione, avendo pure segnato il miglior tempo sulla Bardolino-2.   La gara storica ha visto il successo della BMW M3 di Gianfranco Panato-Alberto Albieri, che per le prime cinque prove speciali hanno inseguito la Ford Sierra Cosworth di Nicola Patuzzo-Alberto Martini, arresisi a pochi metri dal fine prova della Dolcé-2. Fermo Patuzzo e con Panato saldamente al comando (oltre 2 minuti il suo vantaggio) l’interesse si è focalizzato sulla seconda piazza alla fine andata alla BMW M3 di Nicola Bombieri-Federica Lombardi (pur penalizzati di 10” per partenza anticipata) che hanno avuto ragione per oltre un minuto sulla terza BMW M3 di Claudio Zandonà e Lorenzo Bergamaschi; ma nulla avrebbero potuto fare contro la Porsche di Alberto Beretta e Maurizio Barone, alla fine quarti, se l’equipaggio portacolori della Milano Autostoriche non fosse stato penalizzato di 2’20” per ritardo al Controllo Orario della PS 5, Biaza-

Parma Fiere riporta Automotoretrò in paradiso

Quella che per quarant’anni è stata una manifestazione torinese ha trovato la sua casa definitiva a Parma, con una rassegna che ha scacciato nuvole e dubbi rispetto all’edizione dello scorso anno. Gettando un solido ponte su quella che sarà Automotoretrò 2025. Testo e foto di Tommaso M. Valinotti   PARMA, 3 marzo – In effetti c’era un po’ di preoccupazione. Specie fra gli appassionati di automobilia d’epoca che lo scorso anno avevano visto la loro rassegna del cuore migrare verso Parma. Automotoretrò è un evento nato nella primavera del 1983 da una intuizione di Beppe Gianoglio, Marcello Delfini e altri due soci che era sempre stata il fiore all’occhiello del collezionismo torinese da quella prima edizione nel quinto padiglione di Torino Esposizioni (quello che quando c’era la buonanima del Salone di Torino era dedicato ai carrozzieri) fino a occupare tutti e tre i padiglioni di Lingotto Fiere e l’Oval con le aree esterne dedicate alle sfide rallistiche e al drifting. Che qualcosa non funzionasse lo si era già capito da anni, non perché Automotoretrò e Automotoracing (costola nata una dozzina di anni fa e dedicata alle corse) fossero meno scintillanti del solito, ma perché nell’aria c’era il profumo di Lingotto Fiere che si faceva sempre più presente nell’organizzazione dell’evento. Lo scorso anno, con un vero salto della quaglia, Beppe e Alberto Gianoglio (padre e figlio titolari di B&A che organizza la rassegna) a un paio di mesi dalla manifestazione hanno mollato il centro fiere torinese per spostarsi nell’unico padiglione disponibile a Parma Fiere in occasione del Mercante in Fiera, rassegna clou della città ducale che richiama decine di migliaia di visitatori. Una rassegna decisamente sottotono, quella automobilistica del 2023, in quanto gli operatori torinesi si erano spostati in minima parte a Parma e quelli del Centro-Nord Italia avevano aderito in ancora meno. I sentimenti dei visitatori erano due: “È la fine di Automotoretrò” oppure “da qui riparte Automotoretrò”. La rassegna 2024 ha dato pienamente e senza dubbio ragione ai secondi. Gli spazi erano tutti strettamente occupati (salvo la rassegna monotematica dedicata alle auto americane, ma per la precisa volontà degli organizzatori di lasciare ampio respiro attorno a questi incrociatori delle Highway americane del dopoguerra) ritrovando parte dei vecchi espositori e molti nuovi operatori. Senza dubbio al successo di Automotoretrò 2024, cui Alberto Gianoglio ha lavorato duramente in sordina per lunghi mesi, hanno contribuito le interessanti rassegne monotematiche a cominciare dalle auto americane, la splendida rassegna dedicata agli anni “quattro” della Lancia, con ampia presenza di Delta HF in versione stradale e una tripletta di Lancia Rally Gruppo B da mozzare il fiato, senza dimenticare Aurelia B20 e B24, Lancia Flavia Sport Coupé, e Fulvia HF, la pennellata ai 110 anni di Maserati, con l’arrivo di operatori di peso, come ad esempio Bentley Firenze, che ha scelto la rassegna ducal-sabauda (un gran connubio fra Torino e Parma) per proporre le sue vetture, seppur moderne, da diverse centinaia di migliaia di euro. Oltre al ritorno di chi opera nel mondo dell’automobilia (muovendo centinaia di migliaia di euro), come librai, collezionisti di modellini e cosiddetti “rottamai”, E se ancora fosse necessaria un’iniezione di fiducia ci hanno pensato gli stessi organizzatori dedicando uno spazio a pelle che sarà Automotoretrò 2025; 8-9 marzo 2025. Più ottimisti di così!

Rally dei Laghi e Vallate Aretine non fanno primavera, ma fanno spettacolo

Il primo fine settimana di gare titolate è avversato da pioggia e temperature autunnali, ma non lesina spettacolo. Mattatori Andrea Crugnola a Varese e Angelo Lombardo ad Arezzo. Testo di Tommaso M. Valinotti, foto Magnano   VARESE, 3 marzo – Il primo fine settimana di marzo ha segnato l’avvio dell’annata agonistica 2024 dei rally. Vero è che in precedenza ci sono state due gare (Rally della Val Merula e Rally Tuscany) che hanno riscosso successo di partecipanti e di pubblico, ma con il Rally dei Laghi a Varese e l’Historic Rally Vallate Aretine si è corso per la prima volta nella stagione per i punti di campionato e sia la gara toscana, sia quella lombarda hanno avuto un andamento simile con prove speciali corse sotto il diluvio e un dominatore incontrastato a Varese (Andrea Crugnola) e quasi incontrastato ad Arezzo (Angelo Lombardo), che ha lasciato una sola prova speciale agli avversari conducendo la classifica dal primo all’ultimo metro.   32° Rally dei Laghi – Il dominio di Crugnola non deve trarre in inganno, anche se il pilota locale, affiancato da Andrea Sassi, con la Citroën C3 Rally2 per i colori di EA Investiment, ha vinto tutte le prove speciali con autorevolezza, perché alle sue spalle battaglia c’è stata ed è stata battaglia vera. A emergere inizialmente è stato quel Giò Dipalma, con “Cobra” sul sedile di destra della sua Škoda RS BS Sport, sempre a podio nella gara di casa dal 2018 in avanti e con due vittorie in carniere (2018 e 2023); un pilota che ci piacerebbe vedere anche fuori dell’area varesina cui è confinato per dolorosi problemi di budget. Dipalma forse sapeva di non avere il passo tricolore di Crugnola, ma è stato l’avversario più tosto per il campione tricolore, salendo alle sue spalle fin dal primo passaggio sulla Valganna, seconda prova si domenica mattina, allungando sugli avversari fino a quando ha forato sulla ripetizione della Sette Termini, precipitando fuori dalle posizioni che gli competono, decidendo di ritirarsi. Forse qualcosa di più si attendeva da Damiano  De Tommaso, con Sofia D’Ambrosio al quaderno delle note, all’esordio sulla Citroën C3 Rally2 della Pintarally che, dopo la seconda piazza alla Magugliani Arena di sabato sera, si è fatto risucchiare da Dipalma, controllando poi l’assalto di Corrado Pinzano, fino a quando non è uscito di strada sulla Cuvignone-2, ultima prova della giornata. E proprio Corrado Pinzano, con l’esperto Mauro Turati per la prima volta sulla Škoda Fabia Rally2 di New Driver’s Team, è stata la sorpresa (o meglio la conferma) più piacevole della nebulosa giornata varesina. Pinzano, vera immagine del gentleman driver che durante la settimana fa tutt’altro che pensare alle corse, è stato perfetto nel gestire la berlinetta boema, molto simile, ma non uguale nelle reazioni alla Volkswagen Polo, suo cavallo battaglia dal Lana 2021. E si è imposto nella sfida fra i privati sul locale Simone Miele, illuminato in prova speciale da Roberto Mometti sulla Škoda Fabia Rally2 del Bluthunder Racing, autore di una prova concreta conclusa a podio. Seguono le due Škoda Fabia Rally2 di Freguglia-Pollicino e Pensotti-Falzone, quindi Ripoli-Brovelli, Re-Regina, che hanno avuto la meglio su Giacomo Scattolon-Gabriele Zanni, ottavi, che senza i 50” di penalità avrebbero lottato per la quinta piazza assoluta. Ma tant’è, il pilota di Movisport è comunque soddisfatto per aver portato per la prima volta in gara la Citroën C3 Rally2 curata da F.P.F, gemella di quella di Crugnola, a un buon risultato e soprattutto avendone preso dimestichezza con i suoi meccanismi. Grande impressione, infine, ha destato la gara di Moreno Cambiagli e Giulia Paganoni, con la Peugeot 208 Rally4, undicesimi assoluti e ad appena 2”5 dalla top. Grande grandissima gara per l’equipaggio di ABS Sport, ma che non ha stupito nessuno, viste le prestazioni passate del pilota lombardo.   Lombardo signore fra le colline Aretine. Nella gara storica toscana dominio pressoché assoluto di Angelo Lombardo e Roberto Consiglio con la Porsche 911 RS di Secondo Raggruppamento curata da Mimmo Guagliardo per i colori di Ro-Racing. Pressoché assoluto perché l’equipaggio siciliano si è imposto in sette delle otto prove concedendone appena una, il primo passaggio di Portole che apriva la giornata di sabato, senza però perdere il comando della gara. Seconda piazza per Matteo Musti, per la prima volta affiancato Simone Brachi, andato in crescendo nel corso della gara recuperando posizioni nella classifica assoluta, chiudendo secondo assoluto e di Secondo Raggruppamento, avendo ragione della BMW M3 di Pierluigi Fullone e Alessandro Failla che hanno ceduto la seconda piazza a Musti solo nel corso dell’ultima prova, percorsa in modo meno brillante (o con Musti più aggressivo) rispetto alle speciali precedenti. Per Fullone-Failla, comunque la soddisfazione di aver fatto loro il Quarto Raggruppamento, precedendo di netto in categoria la Ford Sierra RS Cosworth di Riccardo Mariotti-Sandro Senesi, quinti sul traguardo preceduti nella generale dalla Porsche Carrera RS di Riccardo Mariotti e Sandro Sanesi. Il Terzo Raggruppamento è andato al funambolico Tiziano Nerobutto, affiancato da Cristian Stefani, con la spettacolare Opel Ascona 400 con la quale ha faticato nei due passaggi sulla Rassinata di venerdì sera, riscattandosi nella pioggia di sabato fino a concludere sesto assoluto. Da segnalare l’ottima (solita) prestazione dei coniugi Matteo Luise-Melissa Ferro, che hanno portato in ottava posizione assoluta la piccola Ritmo 130 Abarth, pur non essendo gommati nel modo giusto e in decima l’altra coppia di coniugi Bruno Migliara-Oriella Tobaldo con l’ancor più piccola (solo 1300 di cilindrata) Peugeot 205 Rallye. Giornata no per Valter Pierangioli-Arianna Ravano che con la loro Ford Sierra RS Cosworth erano riusciti, unici fra tutti, a far meglio di Lombardo in una prova speciale. Si sono fermati dopo la sesta prova speciale, conclusa al rallentatore per noie alla trasmissione. Stop anche per l’altro grande osservato speciale, Lucio Da Zanche con Daniele De Luis alle note, per rottura del motore della sua Porsche 911 RS mentre era secondo assoluto a due prove dal termine.   Rally Team ‘971, per ora passa. Era in programma per il prossimo fine settimana, ma al momento non si farà. Con