Sport News Immagini fra prove speciali e porceddu al Rally Italia Sardegna
Terminata l’intensa quattro giorni sarda, Elio Magnano traccia il bilancio di questa trasferta iridata che ha visto correre lo staff del sito di immagini rallistiche quanto e forse più dei big del mondiale. Con la soddisfazione di aver realizzato servizi di grande spettacolarità e di essersi divertiti un mondo in una terra accogliente come la Sardegna. Testo di Tommaso M. Valinotti, foto Magnano/sportnewsimmagini.it
ALGHERO (SS), 3 giugno – Non sono trascorse nemmeno 24 dalla fine dell’epico duello fra Sébastien Ogier e Ott Tänak e il 21° Rally Italia Sardegna è già storia. Già mito.
Vissuto in tutti e singoli aspetti dai tre reporter di Sport News Immagini, Elio Magnano, Marco Bacigalupi e Maurizio Italia, che da giovedì 30 maggio a domenica 2 giugno hanno percorso centinai, forse migliaia di chilometri per coprire nel miglior modo possibile i 133 chilometri di prova speciale che i concorrenti hanno affrontato due volte nel corso della gara portando il chilometraggio cronometrato a 266 km.
“Il nuovo formato molto compatto, ha richiesto un impegno ben maggiore rispetto alle scorse edizioni” commenta nella giornata di lunedì post gara Elio Magnano, finalmente rilassato mentre lavora al computer in un bar del porto di Alghero. “L’unica giornata in cui ci siamo mossi con calma è stata quella di giovedì. Ma anche in quella occasione non siamo rimasti con le mani in mano, visto che Marco e Maurizio hanno fatto le ricognizioni del percorso, sciroppandosi all’incirca 350/400 km. Prima di tornare ad Alghero per fotografare i piloti del WRC in posa ad Alghero, la sessione autografi dei big a Casa ACI e infine la cerimonia di partenza e la passerella per le vie di Alghero”.
E da venerdì mattina gambe in spalla per arrivare in tempo nei punti che lo staff di Sport News Immagini aveva scelto per documentare la gara iridata. “La giornata di venerdì 31 maggio, sembrava sulla carta piuttosto tranquilla, ma essendo lo Shake Down alla Ittiri Arena alle 8.00 del mattino alle 6.00 eravamo già in macchina per spostarci dall’alloggio che abbiamo affittato all’autodromo”. “Sono appena una ventina di chilometri” sottolinea Magnano, “ma la mia esperienza mi ha fatto muovere molto in anticipo perché immaginavo che un’occasione così ghiotta di vedere lo spettacolo dei big da vicino avrebbe attirato moltissimo pubblico”. Previsione azzeccata e necessità di rimanere fino al termine dei test con le vetture da gara, “perché non si sa mai quando nei rally accade un fatto eclatante o si ha l’occasione di scattare un’immagine spettacolare”.
Terminato lo Shake Down a mezzogiorno lo staff di Sport News Immagini si dirige verso la seconda prova speciale, la Sedini-Castelsardo in cui trova numerosi scorci per fotografare. “Il primo passaggio iniziava alle 15.33 e siamo arrivati appena in tempo. Il secondo era alle 18.35. E per il fatto che gli otto equipaggi del WRC partivano a tre minuti uno dall’altro (in modo di permettere alla polvere di depositarsi un pochino) altri quaranta a due minuti, e gli altri 31 a un minuto, il conto è presto fatto di quanto tempo sia occorso per far transitare tutti i concorrenti in prova speciale: quasi due ore e un quarto”. I tre moschettieri lasciano Castelsardo e dintorni che sono passate le nove di sera ed entrano in casa alle 22.30. qualcuno si fa la doccia, qualche altro mette in tavola qualcosa da mangiare e si fa mezzanotte. “Ma c’erano ancora le foto da spedire ai media e alle agenzie e abbiamo spento la luce che erano le 2.30 del mattino di sabato mattina”.
E quella di sabato è stata sicuramente la giornata più impegnativa, con quattro prove da ripetere due volte per un totale di 149 km di prove speciali. E per coprire tutto il percorso la squadra di Sport News Immagini si divide. Marco Bacigalupi e Maurizio Italia vanno sulla Tempio Pausania-1 che scatta alle 7.41, mentre Elio Magnano si dirige verso la Tula-1 che accende il semaforo verde alle 8.49. In entrambi i casi alle sei del mattino bisogna essere al volante. Per fotografare i big del mondiale poi spostarsi sul doppio passaggio della Coiluna, mentre Elio Magnano ha in agenda la classica Monte Lerno, con i suoi palcoscenici spettacolo come il salto del Mickey’s Jump, per poi spostarsi nel suggestivo scorcio del Lago di Lerno. “Dovevo arrivare assolutamente in tempo altrimenti avrei dovuto scarpinare per otto chilometri a piedi”. Soddisfatti, soddisfattissimi del materiale scattato i tre moschettieri di Sport News Immagini si ritrovano in alloggio per la cena di mezzanotte. Il primo che arriva butta la pasta, gli soffriggono il condimento.
La domenica è la giornata del gran finale e anche se Ogier ha un vantaggio all’apparenza rassicurante di 17”1 su Tänak, l’estone è capace di tutto. E 39,30 km cronometrati sono un’eternità. La prova da fotografare è la Sassari-Argentiera, soprattutto il secondo passaggio, la Power Stage, che regala punti importanti per la classifica mondiale e viene premiata immediatamente dopo il fine prova. E su questa speciale si verifica un gran ribaltone con Tänak che fa sua la prova e non solo, riuscendo a superare Ogier per 2/10 di secondo. Due decimi di secondo dopo 266 chilometri sono praticamente incalcolabili nella mente umana e rappresentano il più ridotto distacco in una gara mondiale, che pareggia il conto con il Rally di Giordania 2011, una sorta di vendetta contro Ogier, che nel 2011 vinse con la sua Citroën C3 precedendo Jari-Matti Lattvala, allora su Ford, e oggi suo Team Principal.
Anche la cerimonia di premiazione della Power Stage concede i suoi mententi suspense. Viene prima issata la bandiera spagnola per Danì Sordo-Candido Carrera, terzi con la Hyundai i20N, poi gli addetti alle premiazioni pasticciano, forse volutamente, un po’ con i vessilli e li inalberano entrambi contemporaneamente mettendo al centro, nella posizione del vincitore, il tricolore francese, scatenando il boato dei tifosi di Ogier. Ma la festa dei transalpini dura pochissimo, perché le bandiere non vengono alzate. Rapidamente si cambia posizione. La bandiera francese sale sul pennone del secondo posto, mentre in quello centrale sale un altro tricolore. Quello a bande orizzontali blu nero e bianco che proclama vincitori della Power Stage Ott Tänak e Martin Järveoja, davanti agli esterrefatti Sébastien Ogier-Vincent Landais che ancora si chiedono come siano riusciti a perdere tutto il vantaggio in sole quattro prove.
“Anche questa edizione del Rally Italia Sardegna, per me la quindicesima, è stata fantasistica. Al punto che non so dire quale sia stato il momento più bello e che mi ha soddisfatto di più” sottolinea Magnano. “È stato bello tutto e noi ci siano goduti ogni singolo momento dalla giornata di giovedì, come la foto di rito sul molo di Alghero, al podio della caletta di Argentiera che ha premiato i più veloci della Power Stage. Fino alle premiazioni ufficiali sul molo di Alghero, un vero spettacolo”.
Ed Elio Magnano e il suo staff si sono presi le loro belle soddisfazioni. “Siamo stati praticamente gli unici a fotografare tutta la cerimonia di premiazione finale, scattando le immagini sul palco di Giovanni e Andrea Di Luigi, padre e figlio che corrono con grande passione scegliendo le gare più importanti del calendario. Per loro arrivare è un trionfo e possono dire di essere saliti sulla stessa pedana di Tänak, Ogier e Sordo” afferma convinto Magnano. “Abbiamo immortalato la prima uscita ufficiale in un rally mondiale del nuovo presidente di ACI Sport di Giulio Pes di San Vittorio, eletto appena una settimana fa, che probabilmente si sarà emozionato a vedere il rally mondiale correre sulle strade della sua Sassari, provincia di cui è presidente ACI. Ma queste sono soli alcuni momenti di quattro giorni vissuti intensamente”.
Una vera sfacchinata che ha sicuramente riservato i suoi momenti piacevoli. “Ovviamente non è stato possibile godere della vitalità di Alghero, una città a forte connotazione turistica, ma che per noi è stata limitata a una passeggiata giovedì sera, prima dell’inizio dell’attività agonistica. Ancora una volta però ho potuto apprezzare la grande ospitalità dei sardi che vivono il rally come una festa che inorgoglisce la loro terra” rimarca Elio Magnano. “Sabato, sono riuscito a sistemare la mia vettura in un punto strategico della Monte Lerno. Lì vicino era pronta una gran tavolata di abitanti della zona, capitanata da Piero con cui ho fatto subito amicizia. Prima che iniziassero i passaggi delle vetture mi hanno invitato a bere un bicchiere di vino. Appena hanno saputo che non bevo il rosso sono corsi ai ripari stappando una bottiglia di bianco e quando ho fatto notare che dovendo lavorare rischiavo di essere stordito dall’alcol è subito arrivato un gran tagliere di salumi e formaggi, mentre il porceddu rosolava sullo spiedo e la pecora bolliva nella pentola. Insomma una gran festa con la promessa, da parte mia di tornare da loro il prossimo anno, perché loro sono sicuri che il Rally Italia Sardegna, la gara più bella del mondo si farà in eterno” conclude Magnano in attesa di imbarcarsi lunedì sera per tornare in Continente.
Facendo due calcoli “Sulla mia macchina il contachilometri ha registrato oltre mille chilometri, mentre su quella di Marco, che si è anche occupato delle ricognizioni supera i 1500. Non male visto che il percorso dei concorrenti della gara mondiale era di 1043 km”.
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